Ago 20, 2007 - poesie    3 Comments

Tributo a Prevert

scritta in un lontano 19.. in una piccola soffitta di rue Reaumur sopra i tetti di Parigi, , in una giornata troppo fredda per passeggiare….

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Histoire d’un jour

Jour, un jour
un histoire.
Le soleil se leve
comme d’habitude,
l’eclaircir du ciel
premiere pale lumiere,
un homme qui se leve
en se reveilland,
comme toujours,
que regarde la fenetre
de sa chambre
ouverte sur le mond,
le mond ouvert sur la vie,
la vie ouverte.
Et il regard
fermé dans sa chambre
il regard l’ouverture,
et il chante
il chante l’ouverture
qu’il regard.
Heureux il s’abille,
comme toujours,
il dessend sur la rue
qui dessend vers la ville
et il s’en va
ses pieds qui tombent
en suivent le ritm
de la chanson qu’il chante,
la chanson chantand
le cafè ou toujour
il bois son café,
et appré il retour
et il marche sur la rue
la rue que marche dans dans la ville
la ville que marche dans le mond
le monde que marche dans la vie,
la vie ou il marche.
Il va, il revien,
il regard la rue
que a dejà regardé hier,
appres hier
et tous les autres jours arrièr.
La rue n’est pas changée,
les murs sont gris
les fenetres ouvertes
ou fermées,
toujours le memes  ouvertes,
toujours les memes fermèes.
Les memes visagers aussi,
des hommes, des femmes
qui vont
ou va la rue,
la rue que va dans la ville,
la ville que va dans le mond,
le mond que va dans la vie,
la vie que va
et va,
sans retourner jamais.
Toujours  pareille,
malheureusement heureuse
ou heureusement malheureuse,
il n’y a pas difference.
Jusqu’au un jour,
le derniere jour d’un homme.
Un homme qui se leve
et qui chante
qui dessend dans la rue,
un homme que tombe
sur le pavé de la rue,
(s’etait pareil
si le pavé tombait sur lui)
et il tegard
la derniere fois
et cett fois
le soleil
derniermant couchant,
n’est plus pareill,
la rue des tous les jours,
meme de la dimanche,
samble etre changée,
c’est plus trist,
plus loin
presqu’inconnue.
Un jour
un histoire,
histoire d’un jour.
Un jour pareill
aux autres
pour tout le mond,

sauf exceprions.
                                                               refusi

 

Storia di un giorno

Giorno, un giorno
una storia.
Il sole sorge
come sempre,
lo schiarire del cielo
prima pallida luce,
un uomo che si alza,
risvegliandosi
come sempre,
guarda la finestra
della sua camera
aperta sul mondo,
il mondo aperto sulla vita,
la vita aperta.
Ed egli guarda,
chiuso nella stanza
guarda l’apertura
e canta,
canta l’ouverture
che sta guardando.
Felice si veste,
come sempre,
e scende sulla strada
che scende verso la città
e se ne va,
i suoi piedi si muovono
seguendo il ritmo
della canzone che canta,
la canzone cantante
il caffè dove da sempre
beve il suo caffè
e poi egli torna
sulla strada e cammina,
la strada che cammina nella città
la città che cammina nel mondo,
il mondo che cammina nella vita,
la vita, dove egli cammina:
E va, e ritorna
guarda la strada
che ha già guardato ieri
l’altro ieri
e tutti i giorni passati.
La strada non è cambiata,
i muri sono grigi
le finestre aperte
o chiuse,
sempre le stesse aperte,
sempre le stesse chiuse,
Il medesimi visi
di uomini, di donne,
che vanno
dove va la strada,
la strada che va nella città
la città che va nel mondo,
Il mondo che va nella vita,
la vita che va
e va,
senza tornare mai,
sempre uguale,
infelicemente felice
o felicemente infelice,
non fa differenza.
Sino ad un giorno,
l’ultimo giorno di un uomo.
Un uomo che si alza
e che canta,
che scende sulla strada;
un uomo che cade
sul selciato della strada,
(sarebbe stato eguale
se il selciato fosse caduto su lui)
ed egli guarda
l’ultima volta,
e questa volta
il sole,
all’ultimo tramonto,
non è più eguale,
la strada di tutti i giorni,
anche della domenica
sembra cambiata,
è più triste,
più lontana,
quasi sconosciuta.
Un giorno,
una storia,
la storia di un giorno.
Un giorno simile
agli altri
per tutto il mondo,
salvo eccezioni.
                                              refusi

Tributo a Prevertultima modifica: 2007-08-20T14:35:00+02:00da refusi
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3 Commenti

  • Caspita, proprio oggi ho scritto di un’altro francese.
    Insomma è il giorno della Francia oggi.
    Bella comunque la lirica che ci hai ricordato.
    Ciao
    Francesco

  • anche qui, una precisazione il testo non è di prevert, non vorrei si rivoltassse nella tomba

  • in italiano è bella, ma non conoscendo il francese me la sono fatta leggere da chi lo conosce e la musicalità è tutta un’altra cosa… hai doti poetiche non indifferenti a quanto pare… un saluto e buona giornata, Mai.