Set 21, 2007 - racconti brevi    18 Comments

Fotoromanzo

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Prima striscia
Vignetta numero uno

Autunno, imbrunire, una strada di periferia, un marciapiede che costeggia la strada affiancato da un muro grigio, grigio come tutto quello che appare, anche le poche auto parcheggiate sui bordi, sono vecchie, stanche, sporche e grigie, grigie come quella giornata dove il sole ha perso la propria battaglia con la nebbia e dove neppure le foglie d’autunno decorano la via col loro bruno colore, gli alberi sono solo un ricordo lontano. La strada è deserta fatta eccezione per un gatto che lentamente si avvia verso dove……

Prima striscia 
Vignetta numero due

In fondo alla strada appare una figura, si avvicina a passo svelto, è un uomo che probabilmente rientra a casa dopo una giornata di lavoro, indossa una giacca un cappello e una sciarpa per proteggersi dalla prime avvisaglie di freddo. Nulla nei suoi pensieri, solo il desiderio di fare in fretta, di rientrare fra quelle quattro mura silenziose che chiama casa, ascoltare le notizie del telegiornale alla televisione, prepararsi una cena calda e veloce per sdraiarsi poi sul divano chiudere gli occhi e sognare una vita diversa.

Prima striscia
Vignetta numero tre

Un rintocco di tacchi che battono ritmicamente sul lastricato, affrettati, nervosi, si intendono quasi in simultanea dalla direzione opposta. E’ una donna, cammina rasente il muro, la figura avvolta il un soprabito, i capelli sciolti sulle spalle, ha gli occhi bassi, fissi verso terra. quasi fosse intenta a leggere invisibili parole tracciate sul lastricato del marciapiede. Anche lei da l’impressione di avere lasciato da poco il lavoro, e che stia rientrando a casa, ripetendo instancabilmente la routine di tutti i giorni.
Seconda striscia
Vignetta numero uno

Quel rumore di passi che giunge improvviso e distinto alle orecchie distraggono l’uomo dai propri pensieri, lo sguardo prima perso nel grigiore o all’inseguimento di un remoto pensiero, volge verso il rumore. Una donna, ne scorge la figurina ancora lontana, avanza verso di lui lungo la strada e quel pensiero perso nel grigio per un’arcana ragione ora si addentra nella fantasia, ci si perde e immagina. Immagina un volto carino,  due occhi vivaci, due labbra sorridenti ed una voce gentile che risponda al saluto.

Seconda striscia
Vignetta numero due

Anche la donna ha scorto l’uomo, istintivamente il suo passo rallenta, un brivido la percorre, il pensiero di alcuni spiacevoli fatti di cronaca recentemente accaduti le attraversano la mente, volge lo sguardo attorno alla ricerca di altre eventuali presenze, nessuno, la tentazione di traversare la strada è forte, ma si trattiene, si sforza di scorgere per quanto le sia possibile data la lontananza i lineamenti dell’uomo e prosegue nel suo cammino.

Seconda striscia
Vignetta numero tre

Ora la donna si è fatta più vicina, è l’uomo riesce a vederla in viso, bruna sui trent’anni, bella a suo modo di vedere, la osserva cercando di dare al proprio volto un espressione distaccata, pensosa e di mantenere lo sguardo fisso come se stesse osservando qualche cosa oltre, e sogna. Sogna il saluto e una stretta di mano, sente la sua voce proferire distratta un invito a fare due passi assieme, prendere un caffè e scambiare due parole per chiudere quella giornata in un modo diverso e magari aprire le prossime in un modo diverso. Sente la voce di lei rispondere affermativamente e si vede prenderla sotto braccio per andare altrove, fuori dal grigio……….

Terza striscia
Vignetta numero uno

Il volto dell’uomo ora le è visibile, è giovane, ben messo, con  l’espressione distratta di chi stia rimuginando i propri pensieri, o si sia perso lungo altre strade e questo la rassicura. Così cercando di non darlo a vedere continua ad osservarlo mentre le si avvicina, e nella sua testa ora si affacciano ipotesi più tranquillizzanti. Immagina che l’uomo la saluti e che le sorrida, immagina poi che con una qualche scusa cerchi di instaurare una conversazione, che la inviti a bere qualche cosa prima del rientro a casa, per rendere quella giornata diversa, per andare oltre il grigio,  per entrare nel colore…….

Terza striscia
Vignetta numero due 

L’uomo ora e quasi all’altezza della donna, ma il suo sguardo rimane fermo, fisso su un’inesistente direttiva, perso all’inseguimento del sogno, incapace di provare a renderlo realtà. Le labbra serrate in un espressione annoiata ed indifferente stroncano quel tentativo di saluto che la mente aveva immaginato, soffocandolo sul nascere, i suoi occhi per un solo istante si ribellano, si fissano per un piccolo attimo fuggevoli sul volto della donna, ma è solo un attimo e poi immediatamente tornano a fissare il vuoto quasi che quel piccolo, istintivo gesto gesto sia stato troppo doloroso.

Terza striscia
Vignetta numero tre 

Ora le è quasi di fronte, lei vorrebbe guardarlo in faccia regalargli un sorriso, è questo e quanto avviene, ma solo nel suo pensiero, visto che il suo capo si abbassa se possibile ancora di più, che le sue labbra si stirano in un espressione altera, che i suoi occhi tornano a rincorrere, invisibili parole tracciate sul marciapiede, ed è già oltre.

Quarta striscia
Vignetta numero uno 

Il ticchettio dei passi ora è alle spalle e piano piano si allontana, all’uomo sembra di intendere in quel ritmo un rallentamento, un indugio, con uno sforzo vincendo le sue paure, cercando disperatamente di dare una speranza al sogno si volta augurandosi che anche la donna abbia compiuto lo stesso gesto, ma scorge solo una figurina di spalle che piano si allontana, ed il sogno lentamente si spegne ed  il pensiero si perde lungo sentieri divenuti nuovamente grigi.

Quarta striscia
Vignetta Numero due

Quasi con disappunto, ascolta i passi dell’uomo allontanarsi alle sue spalle, in un ultimo tentativo di ricreare quella speranza senza rallentare il passo si volge, chissà forse anche lui si girerà per osservarla, anche lui forse…. no, scorge solo una figura di spalle che a passo spedito ora si allontana, raddrizza la schiena, scuote il capo, già perché poi avrebbe dovuto accadere perché proprio in quell’attimo, perché proprio lì, ed anche l’ultima illusione si allontana portandosi appresso il colore.

Quarta striscia
Vignetta numero tre

La strada è tornata deserta, si è persa persino l’eco del rumore dei passi, le sera che scende ora ne nasconde  il grigiore, solo un gatto annoiato lentamente ritorna da dove……………

                                                                  

                                                                                

Fotoromanzoultima modifica: 2007-09-21T19:15:00+02:00da refusi
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18 Commenti

  • sono di corsissima leggerò domani il tuo post ho ancora i capelli bagnati e tra 10 minuti mi passano a prendere…super festa…qnt ne vuoi di energia?vale 10 euro al minuto regolati di conseguenza…ihihih…scappooooo…a domani post!

  • Ci si manca in un attimo e ci si perde per sempre.

  • mi hanno sempre fatto rabbia le cose non dette ed i gesti non fatti……..un sorriso in più non è mai sprecato…..

  • Siamo indiscutibilmente esseri sociali, abbiamo bisogno degli altri eppure ne abbiamo paura, a ragione o a torto.
    E’ scontato dire che molte sofferenze psicologiche, sempre più comuni nella nostra società, potrebbero dipendere da questa contraddizione?

  • E’ sempre piacevole leggere i tuoi scritti.
    Per qualche giorno non li leggerò…fino al mnio ritorno.
    Ti lascio un caloroso saluto.
    Francesco

  • a volte capita così ci perdiamo in un bicchiere di acqua…non facciamo, non diciamo…solo perchè?non si sa…io sono la prima a comportarmi così…ma il mio problema è l’orgoglio…toccatemi tutto ma nn quello…riferimento pubblicità della breil!ti è arrivata l’energia?a me i soldi no?sei pure un debitore?gurda che le cifre stanno aumentando!buon fine settimana non fare danni…ihihih!io voglio organizzare un bel falò se ti va viene…così brucio tutti i libri dell’uni e domani non studio!ihihih!bacinissimi

  • ma chi ti ha detto che vorrei essere miss italia?che schifo!non mi piacciono le ochette…ihihih!preferisco essere come sono!era solo una ribellione la mia!cmq l’energia non sarà arrivata perchè oggi ho mal di testa troppo forte…uff proprio di sabato.ciao

  • Più perfetto di noi l’eunuco lo è sicuramente…il problema è l’isteria !

  • stampo e leggo. per ora ti lascio un saluto. af

  • Ho sempre pensato che per riuscire a fare una bella fotografia si deve essere capaci di cogliere l’attimo giusto. Se si scatta in anticipo, o in ritardo, inevitabilmente sembra che la foto sia in un certo senso sbagliata, incompleta. Manca quella cosa – un sorriso, un’emozione, un gesto, un colore, un particolare tipo di luce – che regala a chi la guarda la sensazione di aver colto il momento esatto in cui “un qualcosa” è accaduto…. o era sul punto di accadere.
    A volte cogliere quell’attimo è il risultato di un colpo di fortuna… più raramente, è il frutto di un’innata capacità di riuscire ad osservare l’essenza di ciò che abbiamo intorno e di saperla descrivere per poi mostrarla agli altri, affinché anche loro riescano a vedere.
    Beh, ho appena visto una bella serie di scatti precisi e di ottime foto… il miglior fotoromanzo che io abbia mai letto… 🙂

  • alice, forse il tuo commento dovrei cancellarlo, ma solo perchè sono sicuro che passerò a rileggerlo tutti i giorni e che finirò per crederci anch’io, grazie ref…

  • mi ha ricordato “le passanti” di georges brassens nella splendida versione di fabrizio de andrè. bello. un saluto, af

  • Il più delle volte qualcosa ci passa di fianco ed è già molto se riuscimo ad accorgerci che che è un “qualcosa”. Saluti

  • La prevaricazione è dialettica…

  • Il mondo è un oceano di lacrime. Pochi si divertono ed effettivamente i più sono prevaricati se non addirittura schiavi ed abusati.

  • c’è una poesia di Rilke di cui non ricordo perfettamente il titolo (forse “Incontro nel viale dei castagni” o qualcosa di simile), che racconta l’incontro mancato di due persone. Finisce con questi versi: “prima era sempre / e poi non era più”.

  • scopro
    leggo
    di scritture
    mi riprometto
    di tornare più fresco
    per dar maggior attenzione

  • Gli incontri mancati come i sorrisi non dati gli abbracci trattenuti pesano come una intera vita.