Comunione
Negli occhi, di uno sguardo
freddo brivido, tremore
.. di un ora o di sempre
è più forte
cancella ogni cosa.
il desiderio di te
Desiderio struggente
la voglia di averti,
stringerti a capirti,
senza parole
parlarti
Senza vergogna
senza pudore
senza inganni.
Senza occhi pietosi
ne sorrisi tristi, ma
solo sguardi felici
nella pienezza di noi,
di un amore che vive.
Desiderio di un ora
e, nel buio
stanco riposo, e
lontane nel tempo
paiono, solo ieri.
domani, sarò vecchio
senza rendermi conto
Come un orologio
eternamente insegue
la piccola
giacendo con lei
Ieri, oggi, domani,
Lenti gli ingranaggi
ruminano un tempo
Gerundio
sono rimasto immobile,
seduto su una sedia
aspettando,
sperando sempre, e
ho ucciso tutti i miei giorni.
Ripiegato su me stesso
mai ho guardato il sole,
non ho mai sorriso,
ne mai cantato.
Ho soltanto atteso
di cadere, sul mio
Invito ai partiti
Voi magri, Voi grassi,
obesi o patiti.
Voi, degne bandiere
di tutti partiti.
Sì! Voi così certi
di passare alla storia
boriosi e protesi
a cercare la gloria.
Voi, uomini pieni
(di gas da letame)
intenti e occupati
a tessere trame,
a scambiarvi di fronte
alla gente normale
insulti grotteschi
con gusto triviale.
Sì, Voi che ogni giorno,
da tutti i canali
ci fate due palle…
mai viste di uguali.
Andate a cagare,
calate gli orpelli,
col culo per l’aire
mostrate gli uccelli,
che visto da dietro
lo stronzo che scende,
non sembrano cazzi
non sembrano niente.
Somigliano tanto
ai vostri profili
di vecchi marpioni
ottusi e incivili.
Andate a cagare,
capitemi bene,
andate a cagare
però tutti assieme
in un posto chiuso
che niente si perda,
così da annegare……
in un mare di merda.
E noi, grati a Voi tutti
per l’epico atto,
per il gesto glorioso
del vostro riscatto,
noi Vi innalzeremo
al ruolo di santi
in perenne ricordo
ma senza rimpianti.
Faremo a Voi tutti
un busto di gesso
sul gran piedistallo
di un lubrico cesso,
e noi, liberati
da un giogo si duro
potremo finalmente
pensare al futuro.
Privati per sempre
dal lordo fardello
faremo finalmente
qualcosa di bello.
Opinioni astrali
Col tempo l’oblio
Finalmente,
urla di rabbia.
Dentro,
piange
qualcosa di lacerato,
dilaniato e trafitto,
morto e rinato.
Ricostruito nella speranza
e, di nuovo ucciso.
Frettolosamente ricomposto
in un ultimo tentativo,
frammenti incollati
con mano tremante,
nuovamente infranti
in migliaia
di irricomponibili pezzi.
Finalmente muore,
una cosa dimenticata
una volta chiamata
amore,
e nasce
dagli impietosi resti
un nuovo, livido fiore.
Finalmente,
dalla sofferenza l’odio,
poi,
col tempo
l’oblio.
Guerrieri inutili
Come guerrieri inutili
seduti sopra scranni
re di scordati popoli
viviamo degli inganni.
Armati sino ai denti
noi affrontiamo la vita
tirando gran fendenti
e giocando la partita.
Così duci e signori
con sguardi scuri e truci
di cervelli ormai illusori
già abbiamo spento le luci.