Immagina
Immagina.
Immagina uno spazio,
immagina un suono,
immagina un sorriso,
immagina un abbraccio,
immagina un bacio,
immagina una lacrima,
immagina un amore.
immagina.
Immagina una vita
Immagina.
Immagina uno spazio,
immagina un suono,
immagina un sorriso,
immagina un abbraccio,
immagina un bacio,
immagina una lacrima,
immagina un amore.
immagina.
Immagina una vita
Lanciati
alle scoperte più lontane
valicammo monti,
solcammo mari
ed ora i cieli
spinti a scoprire nuovi mondi.
Ma dentro noi,
che vento spira?
Quale corrente attraversa
il nostro buio?
Quante stelle nascono,
quanti mondi muoiono
ad ogni istante?
Dentro noi
esploratori esausti
vaghiamo all’infinito
fra bui sentieri,
lampi accecanti,
pallide albe
rossi tramonti.
Fra luoghi oscuri
e grida
personaggi osceni
s’affacciano a lambire il senno
ad ogni sogno.
Pianeti e soli,
solitari scogli,
aride, deserte plaghe,
immagini intraviste
rubate al sonno
scoprono parti di noi
del nostro mondo
chiuso alla ragione
creando
impossibili dubbi.
(e chiedendo scusa ai romani)
Quanno nun sarò più
‘m’emporterà più gnente
de me, de te,
de tutta l’artra gente.
De fa della politica,
neppure de fa et tifo,
de questo monno ‘nfame,
de tutto questo schifo.
Quanno nun sarò più
questo sarà l’andazzo
ma mo’ vorrei sape’
perché sto qui e m’encazzo?
Sono nato,
ho vissuto la mia vita.
Ho pianto di dolore
ed ho sorriso.
Inutile fu il riso.
Vano il pianto.
Sciocco in quella vita
cercare la mia sorte,
giacché ora dormo
del dolce abbraccio
della morte.
Una volta, uomo.
Ora
anacronistico essere
insoddisfatto
dall’ansia
perseguitato,
vivo
cercando il niente.
Vasi di Pandora,
velli d’oro.
Alle calende greche
forse
troverò risposta.
Novello Icaro
su metalliche ali inseguo
tracce di un sole perso.
C’è il sole nel cielo
c’è l’acqua nel mare
e ci sono io
che resto a guardare.
Poi, un sole splendente
si spegne nelle onde
e il mare nel buio
si frange su sponde
ed io che nascosto
nell’ombra che scende
resto lì, immobile
fra il vago e il cosciente
e i miei pensieri si muovono
dentro a un sogno tradito
il destino dell’uomo
è
come un fiore appassito.
Parlare di tutto,
di te, di me,
di noi.
Di ciò che saremo
o faremo.
Del tempo passato,
ormai perso.
Di cose vecchie
più di noi
e del mondo.
Cose vane.
Poi
cala il sole
e il buio rimane.
Dentro noi,
arido silenzio
Certo che
basta poco,
facile
come un gioco,
bastano due parole
e subito prendono fuoco.
S’accendono facilmente
sono come la sterpaglia
e bruciano velocemente
quelle, code di paglia.
Invertendo l’ordine dei fattori il prodotto… cambia, cambia.
Chi ha dato ha dato ha dato
chi avuto ha avuto avuto
il tempo ormai è finito
anche se sto ancora qua
Volgo il pensiero all’acque
volgo lo sguardo ai monti,
occorre essere pronti
per quando via si andrà.
L’unica cosa certa
che a tempo pieno o perso
ogni giorno un dolore diverso
mi ricorda in modo assai eccessivo
che sono ancora vivo.
Passi oltre
ignorando tutto quanto
ma dentro
nascosta al mondo
un anima disperata
piange.