Perso
Guardo,
ma non vedo.
Odo,
ma non ascolto.
Parlo,
ma non dico.
Perso
nell’impalpabile sensazione
di aver smarrito lo scopo
Guardo,
ma non vedo.
Odo,
ma non ascolto.
Parlo,
ma non dico.
Perso
nell’impalpabile sensazione
di aver smarrito lo scopo
Nel vaso di Pandora
non c’era la speranza,
ma tanta confusione
e molta più ignoranza.
Imbonitori astuti
inventori di opinioni,
crearono ideali
per poveri coglioni
e poi come le carni
e i sughi per la tavola
ora ci stanno vendendo
anche opinioni in scatola.
Troppi ideali falsi
spacciatici per veri,
per tutte le famiglie
di tutte le misure
per giovani fanatici,
per genti non mature.
Ci guardano negli occhi
ci dicono “State buoni,
ammazzate solo quanti
non hanno mai opinioni”
Oppure che ne hanno
ma che ne fan tesoro,
perché, per coincidenza
non son come le loro.
Comprate gli ideali
comprateli signori,
si trovano dappertutto
non ci vogliono denari
ascoltate l’onorevole,
il prete o il deputato,
loro stanno nel giusto,
non hanno mai sbagliato.
Comprate gli ideali,
comprateli son veri,
per darvene una prova,
guardate ai cimiteri.
In questo mondo ipocrita
Io solo il giusto
Per questo
Passando
Non lascerò traccia
Stan una dentro l’altra
e son come le illusioni
disperse in una vita
ormai priva di suoni
La prima scatola
Di un brillante verde
come la mia speranza
posata sulla tavola
al centro della stanza
La seconda scatola
Di un rosso intenso
del sangue dentro al cuore
mi parla di passioni
e di un futuro amore
La terza scatola
Gialla di quella rabbia
che il mondo ti ha donato
ti porta quindi ad essere
ciò che non sei mai stato
La quarta scatola
E’ di un colore azzurro
come il cielo d’estate
carico di ricordi
di cose ormai passate
La quinta scatola
Di un rosa un poco stinto
del cielo verso sera
lo sguardo volto all’indietro
a ricordar chi c’era
La sesta scatola
Grigia come la nebbia
di un giorno invernate
carica di ricordi
e rimorsi che fan male
La settima scatola
Nera come la notte
di un giorno ormai finito
carica di stanchezza,
un fiore ormai appassito
L’ultima scatola
Non c’era un’altra scatola
ma un foglio spiegazzato
ormai il solo ricordo
di un tempo ormai passato
su cui si distingueva
una parola sola,
la linea di confine,
solo quella parola,
sì solamente. Fine.
refusi
Prima di alzare vessilli alla libertà
assicurati
che non sia solo per la tua che combatti
ciò che è giusto
è sempre nascosto
da ciò
che è buono o cattivo
Io, sconosciuto
resto.
Di me,
non scorgo i confini.
Forse troppo vicini,
li calpesto.
Vacillando nel vuoto
di inutili pensieri
mi credo
ciò che non sono
e ciò che sono
al buio io nascondo.
In cupi affranti gemo,
della mia solitudine,
ad altri, vado dicendo.
O forse troppo lontani,
statico in un punto
mi arrovello
senza giungere mai
dove io devo.
Sono già oltre?
Oppure fermo
mai mossi passo?
E l’ellitica strada
dove immoti passi
muovo
sempre lontano
da ciò che cerco
porta.
Ed a me stesso,
io,
sconosciuto resto.
Se,
vivere
non sia altro
che
un’inutile perdita
di tempo