Mag 13, 2008 - ospiti    6 Comments

Madri e figlie

mi è capitato altre volte di proporre, o meglio di ospitare amiche ed amici in questo mio blog. Persone che hanno postato i loro pensieri, le loro emozioni, questa volta si tratta di due poesie scritte all’interno del forum in occasione della festa della mamma. La prima è quella di una madre, la seconda quella di una figlia, emtrambe hanno la loro ragione d’essere, entrambe, pur nella loro diversità, meritano considerazione per l’amore che esprimono.

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Ritorno

E’ ritornato il sole

sei tornato, figlio!

Riapro le finestre e sorrido

tutto riprende ad avere un senso.

(settembre 07)

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Senza ritorno.

Ricordo il tuo incedere deciso e caparbio,

con le labbra che tenacemente sorridevano,

fra le pieghe amare

che la vita ti aveva inciso nel cuore…

e il tuo alito già odorava di morte.

Ricordo i colpi che la vita ti ha inferto,

per te non c’erano pause, nè pietà.

A suon di schiaffi e calci

la vita a terra ti gettava,

ma tu, ogni volta, ti rialzavi

e con il tuo sorriso di circostanza

ingoiavi la polvere che ti si offriva.

Ricordo come pur nella tua miseria

volevi vivere!

Dove era andata a finire la tua fierezza

quando la morte ti ha allettata

con il suo dolce elisir dell’oblio?

Le tue spalle si sono curvate rassegnate,

fino a prostrare il tuo corpo nella polvere…

e dalla polvere non hai più voluto rialzarti.

                                                         Music

Mag 7, 2008 - poesie    18 Comments

Smarrimento

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In nebbiosi sentieri
dove il vero
si perde e si confonde
in incubi irreali,
in rarefatte spoglie
smarrii il mio senno.
E di me stesso
l’ombra
ancor vaga cercando
il corpo a cui appartiene.
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Mag 1, 2008 - poesie    19 Comments

Scusi, lei….

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Scusi, lei!
Lo ha mai visto
il sole al tramonto
col suo grande
faccione giocondo?
Ha mai visto
la luna baldracca
sollevarsi nel cielo
un po’ fiacca
a celare o a scoprire le cose?
Scusi, lei!
Ha mai visto le rose
sbocciare, fiorire o appassire
in un quieto maggio
o in un precoce aprile?
Ha mai visto
il sorriso di un bimbo,
il pianto di un vecchio,
la prima goccia d’acqua
assorbita dal secchio?
Scusi, lei!
non ha visto passare
fra le strade affollate di gente
uno spiffero d’aria d’estate?
Scusi, lei!
Le ha mai viste le fate,
gli gnomi ed i vecchi,
solenni barboni?
Scusi, lei!
ha mai visto la gente soffrire,
calde gocce su pallide gote,
denti stretti
da fame e dolore?
Scusi, lei
dove vive?
Lo ha mai visto
l’amore?
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Apr 23, 2008 - poesie    11 Comments

Stati d’animo

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Rebus

Se fra l’alba

ed il tramonto

non vi è differenza,

perché vivere?

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Ansia

Della pietra,

caduta nel baratro,

l’attesa del tonfo.

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Rifugio

Non ombre nell’anima

dove nascondersi

per fuggire l’ansia.

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Apr 19, 2008 - aforismi    12 Comments

Aforismi…ei

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Accadde un giorno,noooo, non un giorno lontano, ma un giorno di non molto tempo fa di quando, perso nei meandri di internett prima di approdare al blog, giunsi sprovveduto e ramingo all’interno di un forum dove mi ritrovai a duellare, se così di può dire,  con altri personaggi che si avvalevano di pensieri, riflessioni e aforismi, appunto, accreditati ai più svariati personaggi ed ai quali mi ritrovavo a rispondere, me tapino con quanto mi riusciva di produrre. Solo più tardi, col tempo, con una maggiore frequentazione ed un po’ più di esperienza. mi resi conto di come fosse facile attingere, all’interno di diversi e numerosi siti, a citazioni di tizio, caio o sempronio, farne dei copia e incolla e postarli all’occorrenza. Ma mi resi altresì conto che il più delle volte che questi pensieri, riflessioni o aforismi venivano citati a sproposito e non solo, mi resi anche conto che con questi si poteva sostenere tutto ed il contrario di tutto ed all’apparenza mostrare in entrambi i casi di avere ragione anche se in apparente contraddizione. Accadde allora che per gioco iniziai a postare aforismi inventati ( ma perchè inventati? Non potrei esserne un degno o indegno autore?) accreditandoli a immaginari personaggi di un passato che in calce ponevano la loro firma, suscitando di volta in volta il sorgere di una discussione , con pareri favorevoli o contrari. Ora ho deciso di raccogliere qui quelli che ho sopra definito gli Aforismiei solo per ricordare che tutto ed il contrario di tutto possono essere espressi da chiunque e che chiunque, volendo,  può farsene merito.

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Accadeva in passato

Che si desse tanta importanza ad insulse citazioni di emeriti imbecilli per il semplice fatto fortuito che appartenessero ad un elite e che avessero avuto la posibilità, negata ai più, di accedere allo studio. La cosa assolutemante incredibile è che al giorno d’oggi alcuni vi facciano ancora ricorso per sfoggiarla poi come cultura.

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Il pensiero
Pensare presuppone conoscenza, assimilazione di nozioni e dati, l’elaborazione degli stessi, e la gestazione di un pensiero proprio, con tutti i rischi che questo comporta.
Molto più semplice ricorrere al pensiero di altri.

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Presunzione d’importanza
Sempre nella considerazione di noi stessi tendiamo a scordare l’opinioni che altri manifestano nei nostri confronti.

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segue

 

Apr 15, 2008 - pensieri    Commenti disabilitati su … nessuno avrà più memoria

… nessuno avrà più memoria

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Quando ci estingueremo

tutto

tornerà come prima,

e nessuno avrà più

memoria d’uomo

Apr 8, 2008 - poesie    12 Comments

Piccole cose

A volte bastano poche parole, piccole cose, per esprimere ciò che proviamo

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Ideali

Da ogni angolo

un opposta

differente visuale.

Da quale parte?

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Pregiudizi

Nascosto

da ogni parete

un diverso orizzonte.

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Iride
Colori degradanti
alla luce,
vieppiù fievoli.
Come sentimenti
al tempo.
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Apr 3, 2008 - racconti brevi    19 Comments

Il giocattolo e il gioco

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Era giunto all’improvviso, nove mesi dopo una seduta terapeutica come tante altre, fatta solo per rilassarsi un poco, per trascorrere una serata uggiosa, per giustificare una decisione presa tanto tempo prima. Una scelta molte volte rimpianta da entrambi, ma le convenzioni sociali del luogo e dell’epoca non  lasciavano alternative, occorreva salvare le apparenze, mostrare una facciata rispettabile. Da qualche anno per motivi diversi, avevano deciso entrambi  di dedicarsi alla ricerca di un figlio, lui per recuperare un poco della sua perduta libertà, lasciando lei alle prese col bambino e per assicurarsi un erede, lei per avere una ragione in più che gli garantisse il futuro e la vecchiaia. Così  in un’ancora calda serata di fine estate dell’anno 19…. era giunto lui, accolto quasi con indifferenza ed affidato da subito alle cure di una balia. Gli era stato assegnato un nome importante, un nome che tenesse fede alle tradizioni ed all’albero genealogico della famiglia. Era cresciuto così, fra le attenzioni annoiate di una madre e saltuarie presenze del padre sempre assente per ragioni di…. lavoro, nelle costanti e continue cure e attenzioni della balia e della servitù. Coccolato, viziato e ignorato. Quella che era la sua cameretta era stracolma di giocattoli, di tutti tipi, dal cavallo a dondolo al triciclo, la prima biciclettina con le rotelle, macchinine, un trenino elettrico. Erano tutti là accatastati, abbandonati dopo un primo facile entusiasmo e poi dimenticati. Fra questi un bellissimo pallone da calcio, di quelli ufficiali, quelli che si utilizzavano per le gare, con il marchio stampato a fuoco e con tutte le sezioni esagonali di cuoio sapientemente cucite a mano. Anche in questo caso il suo entusiasmo era durato il tempo di una sedia rovesciata e di un prezioso vaso frantumato a terra, senza che un rimprovero gli fosse mai stato fatto. Fu così che un giorno, mentre sul terrazzo di casa annoiato come sempre prendeva visione del giocattolo appena regalatogli, udì provenire da sotto un allegro vociare, grida e risate di bambini. Si affacciò al parapetto e scorse, nel prato che fronteggiava casa sua, una torma di bambini che nella foga del gioco rincorreva un pallone. La sua attenzione fu attratta dal pallone, era vecchio, di quelli di plastica, rimbalzava male ed ad ogni calcio che riceveva si ingobbiva sul lato. Sì ricordò allora del pallone abbandonato là assieme agli altri giochi nella sua cameretta, il suo bel pallone di cuoio ancora nuovo, il mio è più bello pensò.  Preso dal ricordo e dall’entusiasmo si alzò in piedi corse in cameretta e si impossessò del pallone, poi stringendolo fra le mani corse giù per le scale e si diresse verso il prato dove gli altri bambini stavano giocando. Giunse sul prato trafelato, ansante, con un sorriso di orgoglio sulle labbra, il pallone stretto fra le mani proteso verso gli altri bambini, guardate pensava guardate il mio pallone che bello. I bambini vedendolo giungere di corsa, si fermarono e vedendo il pallone nuovo che stringeva fra le mani sorrisero felici. “Ei un pallone nuovo – esclamarono tutti quasi all’unisono – che bello, dai vieni a giocare, tira il pallone dai, vieni, vieni” Le braccia rimanevano tese, il pallone restava li stretto. Come tira il pallone? Ma il pallone è mio non lo vedete come è bello? Guardate è nuovo,  il vostro è quello brutto, tutto rotto, questo é il mio, guardate che bello, guardate. Questo era quanto passava per la sua testa e che le parole non riuscivano ad esprimere. “Allora lo tiri o no? Dai tira, vieni che giochiamo, vieni”. Ma il pallone rimaneva lì incollato fra le mani. No che non lo tiro, pensava sempre con quel sorriso d’orgoglio stampato sul viso,  è mio, è più bello, non ve lo do, me lo tengo. Gli altri bambini si guardarono un attimo, poi alzando le braccia in un gesto eloquente, girarono le spalle ripresero a correre ed a tirare calci a quella palla vecchia e rattoppata. Lui rimase lì, col pallone stretto nelle mani tese, con quel sorriso che piano piano stava scomparendo dalla  faccia. Ma perché, si chiedeva, perché se ne erano andati? Il suo pallone era più bello ed era ancora lì.

Passarono gli anni e lui crebbe, crebbe viziato e solo. Crebbe e quel nome importante che gli era stato assegnato in quel giorno lontano del suo battesimo, importante non lo divenne mai, perché quel nome, Leopoldo, si ridusse in un più banale Leopoldino, Poldino. Sì perché come quel giorno in quel prato in tutta la sua vita non gli riuscì mai di capire una cosa. Non gli riuscì di capire che l’importante era il gioco, non il giocattolo. 

 

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Mar 31, 2008 - poesie    8 Comments

Questa specie d’amore

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Amore
dove.
Amore
come.
Amore
quando.
Amore
chi.
Dovunque sia,
comunque sia,
chiunque sia,
purchè sia
amore

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Mar 28, 2008 - poesie    11 Comments

Tu ed io

(maggio 1981)

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Io e tu, noi,
speranze, tanti sogni
e poi………
Nella penombra della stanza
fumo in spirali.
Nel silenzio
io ripenso ai miei errori.
Tu, lo sguardo tuo
già volgi
ai tuoi futuri amori.
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