Feb 7, 2008 - racconti brevi    19 Comments

Settimana bianca – Incontri ravvicinati di un certo tipo

parte seconda
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Non è neppure necessario mettere la sveglia, da queste parti solitamente ci si sveglia prima che suoni, anche per il fatto che non ci si corica mai troppo tardi. Apro gli occhi e guardo mia moglie, anche lei è sveglia mi guarda e sorride, “Andiamo?” le chiedo, “Aspetta – mi risponde – sono da poco passare le sette e gli impianti non aprono prima delle nove, non ha senso arrivare troppo presto”. Ha ragione pertanto chiudo gli occhi e cerco di riprendere ancora il sonno. No, la cosa non funzione, dietro le tende, che coprono le finestre della camera, la luce filtra all’interno ed allora mi alzo, vado nel soggiorno scosto le tende ed osservo il cielo, peccato, quello che scorgo non mi entusiasma, una cortina uniforme di nuvole alte copre il cielo rendendo la giornata grigia. Strano le previsioni avevano annunciato il bel tempo e parlavano di annuvolamenti solo per la tarda giornata di martedì. Non fa nulla mi dico, non sarà per questo che rinuncerò alla prima sciata della stagione, lentamente, dopo avere acceso la tv ed averla sintonizzata su di un canale locale che trasmette i dati riguardanti il tempo, alle temperature e alle condizioni della neve comincio a preparare l’occorrente per la giornata. Tute, scarponi, mi assicuro di avere gli ski pass settimanali, preparo anche la macchina fotografica, nonostante la velatura del cielo che non mi entusiasma per nulla decido di portarla ugualmente. Nel frattempo si è alzata anche mia moglie, ci prepariamo scendiamo a colazione e poi preso l’occorrente sala in macchina per dirigerci agli impianti, potremmo farlo anche a piedi, la partenza del primo impianto, la cabinovia che sale da La Villa sopra alla Gran Risa sino ad arrivare al Piz La Ila, non dista più di duecento metri dall’appartamento. Ma duecento metri con gli scarponi ai piedi e gli sci in spalla diventano sempre una tortura, soprattutto la sera al rientro, ed è dagli anni precedenti che abbiamo deciso che il punto di partenza per le nostre escursioni sarebbe stato San Cassiano, una decina di chilometri più avanti dove un grande parcheggio affianca proprio una pista di discesa e dove basta percorrere pochi metri a piedi per giungere sulla neve delle piste calzare gli sci e poi dopo un  primo breve tratto di pista, giungere immediatamente alla cabinovia del Piz Sorega.  Si parte, lascio la macchina fotograficha in auto, la giornata non promette nulla di buono, riproponendomi di passare a riprenderla più tardi qualora il tempo dovesse migliorare. Partiamo, cautamente si affrontano le prime curve che scendono alla partenza dell’impianto, adagio per controllare la reattività delle gambe e il comportamento degli sci, tutto regolare si riacquista in un attimo quella confidenza che avevamo lasciato sulla neve quasi un anno fa durante l’ultima giornata e raggiungiamo la partenza dell’impianto che ci porterà su in alto ad iniziare la nostra prima giornata di sci. La gente a quest’ora è ancora poca e dentro la cabina ci ritroviamo solo noi, ripassiamo pertanto quello che in linea di massima abbiamo stabilito debba essere il programma della giornata. Non esageriamo, ci diciamo, è solo la prima giornata, non abbiamo fatto un allenamento specifico pertanto evitiamo le piste troppo impegnative, limitiamoci a riprendere confidenza con la neve e con i movimenti. Programma puntualmente disatteso dai fatti. Siamo giunti sulla cima, malgrado il grigiore della giornata ed il fatto di averlo gia visto innumerevoli volte,  il panorama che si apre davanti ai nostri occhi è qualche cosa di irreale di magico, è una cosa che ti riconcilia con la vita e che ti fa capire come sempre sia degna di essere vissuta. Ora si comincia davvero, le prime curve ampie e rotonde lente, misurate con una particolare attenzione ai movimenti lungo il pendio della pista, poi i movimenti si fanno più veloci il raggio delle curve si accorcia mentre ne aumenta la frequenza, via giù molla, il desiderio di andare prende il sopravvento e manda a farsi benedire qualsiasi programma o decisione presa in precedenza, giù, andiamo giù. La neve, è neve naturale,  fresca, niente a che vedere con quella artificiale è soffice e compatta allo stesso tempo, scivola sotto agli sci con un leggero sussurro quasi ti volesse accompagnare misurando il tuo respiro ad ogni movimento, l’aria ti batte sulla faccia, ti spettina i capelli all’indietro, ad all’inizio malgrado gli occhiali ti fa lacrimare leggermente gli occhi. Non fa per nulla freddo la temperatura è l’ideale per sciare anche di prima mattina, di poco inferiore allo zero. Siamo arrivati alla fine della pista, ci ritroviamo alla partenza della seggiovia che salendo sopra la Bamby ci porterà al Piz la Ila, ci guadiamo e sono i nostri occhi a sorridere.
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Comincia il carosello, si sale e si scende in continuazione alternando impianti di risalita e piste, ci si ferma un attimo per un caffè alla Brancia, luogo di sosta quasi abituale e poi giù verso Corvara lungo la pista che conduce diritta in paese. La partenza delle cabinovia che sale a Piz Boè è affollata, la gente ora comincia ad arrivare numerosa e la ragione in più è che si trova proprio sul tracciato del Sella e Ronda, il giro dei passi che, lungo un tracciato quasi circolare, si snoda lungo tutte le piste che costeggiano il gruppo Sella, affacciandosi sempre su paesaggi maestosi. Comunque l’attesa non è lunga, scendiamo lungo la pista opposta cercando di evitare i gruppi di turisti che si affollano lungo il percorso. Nessuno che arrivi da queste parti vuole rientrare a casa senza poter raccontare di avere effettuato il mitico tracciato, con tutto quello che questo comporta, gente che a malapena si regge sugli sci che si avventura su piste dove anche sciatori esperti potrebbero trovare delle difficoltà, intralciando gli altri ed  alcune volte ostruendo le piste,  abbarbicati lungo il percorso, ad ogni cambio di pendenza, come lunghe code di turisti giapponesi in gita. Divenendo così un pericolo per se ma soprattutto per gli altri. Troppa folla su queste piste, decidiamo quindi di tagliare verso una pista laterale, è incredibile come possano verificarsi certi cambiamenti, la pista che rientra verso il passo di Campolongo e che poi tramite un altro impianto ci condurrà di nuovo su al Pralongia e poi verso l’Armentarola è deserta, la neve quasi intatta, solo qualche traccia di pochi sciatori che sono scesi in precedenza. Nel frattempo il vento in quota ha spazzato definitivamente il velo di nubi che lo copriva e scendere lungo la pista è come sciare in paradiso in mezzo a verdi pini  che la costeggiano, nel  silenzio quasi assoluto rotto dal rumore del vento fra i capelli e del leggero fruscio della neve che scivola sotto gli sci.  Viene da chiedersi quanti di questi sciatori, lo facciano per il piacere di sciare in  posti bellissimi e quanti invece lo facciano, come purtroppo è d’uso ai nostri tempi,solo per poter raccontare ad amici e conoscenti di averlo fatto. Risaliti sul versante opposto controlliamo l’ora, manca poco a mezzogiorno, decidiamo quindi di dirigerci nuovamente verso S.Cassiano per  recuperare la macchina fotografica che avevamo lasciato nell’auto. Lungo l’ultima pista che porta verso il parcheggio ci fermiamo a mangiare qualche cosa, un piatto di pasta, non si deve mai esagerare se si ha l’intenzione di continuare a sciare nel pomeriggio e la pasta è l’unica cosa che. pur saziando. non appesantisce ma che mette a disposizione nuove energie da consumare nel corso della  giornata.  Si termina il pasto con un caffè e con una grappa al mirtillo, quasi d’obbligo da queste parti, poi  in pochi attimi si raggiunge il parcheggio a lati della pista, si recupera la machina fotografica e poi di nuovo su,  sulle piste, ma con più calma, con numerose soste per scattare le foto al paesaggio che come un anfiteatro ci circonda. Sono ormai le tre quando raggiungiamo nuovamente l’auto, togliamo gli scarponi e ci dirigiamo a valle, abbiamo deciso di passare all’Azienda autonoma di soggiorno di Corvara, durante le passate vacanze estive avevo scorto nella sala un paio di pc e vorrei sincerarmi se si tratti o meno di un Internet point, ne avrei bisogno per il giorno successivo. Non si tratta di un Internet point purtroppo, mi spiegano che sono relativi solo alla ricerca ed alla prenotazione di alberghi. Peccato, ormai ci contavo, facciamo incetta di depliant turistici relativi alla prossima estate e rientriamo nell’appartamento. Qui dopo una doccia calda restiamo un paio d’ore sdraiati sul letto a smaltire le tossine accumulate e poi fuori, sempre alla pizzeria, che ho dimenticato di dire è anche un ottimo ristorante. Un antipasto di speck, con cetrioli e rafano e a seguire una bella Wiener schnitzel (tipo cotoletta alla milanese) con patatine fritte e salsa di mirtillo rosso, una leccornia da queste parti. Poi a letto, domani sarà una nuova giornata speriamo altrettanto proficua, anche se le previsioni del tempo annunciano nuvole e nevischio in quota, beh si vedrà.
                                                                                                              refusi
(segue)
Settimana bianca – Incontri ravvicinati di un certo tipoultima modifica: 2008-02-07T21:55:00+01:00da refusi
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19 Commenti

  • la natura in tutto il suo splendore prende forma e vita attraverso le tue parole

  • bravissimo ref…finalmente sveglio dalla pigrizia…è un peccato quando ti fai prendere dal letargo perchè sei così bravo a scrivere…tanto che mi sembra di vivere io stessa ogni cosa…e attraverso le tue descrizioni di vederle anche io tutte queste cose…bravo…ora si che andiamo daccordo…uauaua…mille bacini

  • Giornate così sono praticamente perfette.
    ciao
    joe.d

  • Ero invidiosa…
    In realtà ti sono riconoscente per averci fatto partecipe di questa bella esperienza!
    Hai portato a noi le bellezze della montagna, era quasi come esserci.

  • buona settimana bianca! anche se io amo il mare, beato te! ciao!!!!

  • Mi raccomando metti altre foto e divertiti………..a presto cristina

  • SEMPLICEMENTE SPETTACOLARE
    Buona domenica

  • Ben scritto come al solito… ma mancano alcuni particolari 😉
    Peccato che io odi la neve!
    Vietato incavolarsi!

  • buona domenica ref…bacini

  • Grazie Ref per avermi portato a sciare con voi! Adesso finalmente so cosa si prova a scendere lungo una pista con gli sci ai piedi… sole, neve, alberi, vento e tutto! E’ stata davvero una magnifica giornata 🙂

  • ooo mio diooo….non ti si puo mollare un secondo…guarda quanta roba arretrata c’ho da leggereee….
    e vai inizio…poi ti farò sapere ne?…
    ciau
    lisa

  • Ciao Ref,bentornato. Quanti ricordi mi tornano in mente con la “lambretta” dè mì babbo si dice qui in toscana. E mio padre era invece nato a Milano un lumbard puro sangue che amava molto il tuo lago di Como. Ciao a presto Ref e buona giornata ,Cristina

  • Sempre più invidiosa …. bel racconto Ref. Lesartists

  • Un saluto al montanaro

  • eheheh…ciao ref…passo per gli auguri di buon san valentino…ma te sono sicuro che lo odi proprio come me giusto?mi sà che sulle feste ci troviamo daccordo…bu…uauaua…buona giornata

  • Buongiorno Ref, credo che non imparerò mai a sciare. Leggendo il tuo racconto mi immaginavo con gli sci lungo le piste e le curve, ma poi mi son vista cadere e nessuno che mi aiutava a rialzarmi …. non ho ancora provato lo sci di fondo e credo proprio che rimanderò all’anno prossimo …. un sorriso caro amico di tastiera.
    Lesartists ….

  • buon sabato ref…bacini

  • Ciao, ho proposto a Poldina di trovarci a Milano per qualche mostra o altro. Sei d’accordo? a quale altro fotoblogger geograficamente non troppo lontano si potrebbe estendere l’invito?
    ciao

  • ehi buongiorno ref…ti auguro un magnifico inizio di settimana…baci