

Tempo perso
Ho trascorso troppo tempo
a costruire una vita,
senza viverla.
Troppo tempo a pregare
un dio, che
non c’era.
Troppo tempo a cercare
una mia verità,
senza capire
che ognuno ha la propria
e che solo la forza
la impone.
Ho trascorso troppo tempo
a costruire una vita,
senza viverla.
Troppo tempo a pregare
un dio, che
non c’era.
Troppo tempo a cercare
una mia verità,
senza capire
che ognuno ha la propria
e che solo la forza
la impone.
Scoppia lo scandalo.
come una bomba
e per le piazze
tuona e rimbomba.
Poi, per incanto
in un minuto,
tutto è passato,
tutto è finito.
Senza più colpe,
senza colpevoli,
muore lo scandalo
nei convenevoli.
(a scelta)
Prima di alzare il braccio
per colpire a pugno chiuso
rifletti, domani sarai tu
a dover porgere il viso
è una gran puttana.
Ti sorride, ti guarda, ti strizza l’occhio, con fare indifferente solleva le gonne e ti mostra le gambe su, sino all’attaccatura delle cosce.
Ti lusinga, ti seduce, ti affascina e ti circuisce e quando tu alla fine te ne innamori, sempre ti presenta il conto.
Frammenti di cielo
nelle nostre lacrime.
Coriandoli di dolore
nel nostro carnevalesco
rimorso.
Aliti di vento
sospiri,
se e ma
tardivamente giunti.
Curvi negli ultimi anni,
dei nostri errori
il peso,
della nostra ignoranza
la colpa.
Che ci sto a fare? Questa è la domanda che come una palla da biliardo colpita con violenza rimbalza fra le pareti del mio cranio. Già che ci sto a fare, la risposta sembrerebbe ovvia quasi banale, come che ci sto a fare, sto qui a vivere, vivo! Vorrei averne la certezza, cosa significa vivere? Camminare, parlare, mangiare, ridere, piangere, gioire, soffrire, amare, pensare… già, ma dopo avere camminato, parlato, riso, pianto, gioito, sofferto, amato, pensato, ecco appunto, pensato… è sempre quel pensato che non mi torna, è quel pensato, quella palla da biliardo che in continuazione rimbalza fra quelle pareti ormai consunte che mi chiede, ma io, che ci sto a fare? E’ a quel pensiero che non so dare una risposta
Nel buio,
io guardo le luci.
Le luci di sempre,
da giorni,
da anni.
La noia,
le solite cose,
chi nasce, chi muore,
silenzi e rumori
contrasti, che ormai
non stupiscono più.
In mezzo
alla gente di sempre,
alle cose di sempre
io
rimango più solo.
I giorni di festa
sono giorni,
come tutti gli altri,
arrivano e passano,
come gli altri.
Lasciano ricordi,
immagini vivide o sfocate,
riviste e rivisitate,
sogni incompiuti,
dubbi, rimpianti, se e ma,
forse…
I giorni di festa
sono giorni vissuti
come tutti gli altri
e come gli altri
lasciano
invisibili tracce,
piccole rughe agli occhi,
che siano stati
sorrisi o pianti.
I giorni di festa
sono solo giorni,
uguali agli altri,
allegri, gioiosi e felici,
come tutti gli altri giorni
allegri, gioiosi e felici.
Oppure.
malinconici e tristi
dolorosi,
come tutti gli altri giorni
ma…
molto più dolorosi,
malinconici e tristi
di tutti gli altri giorni
proprio perché
sono giorni di festa.
Solo,
nella silente notte vai,
del cadenzato passo tuo
intendi il tocco,
che altro rumore
non giunge a disturbare
dei tuoi pensieri il corso.
Nero pipistrello,
quali falene vai cercando?