Identità
Dietro la maschera
di un viso,
nascosto un volto.
Dietro a parole
nascosto il silenzio e
dietro al silenzio, tu.
Domandati, chi sei?
Dietro la maschera
di un viso,
nascosto un volto.
Dietro a parole
nascosto il silenzio e
dietro al silenzio, tu.
Domandati, chi sei?
Profondo e oscuro
è il luogo
dove stentorei passi
muovo.
Anima persa,
chi sono?
Sta al limitare
di un campo d’asfalto
sbrecciato
e anela
un raggio di sole
una goccia di pioggia
il ronzio di un ape,
peccato
che il cielo sia come l’asfalto
color del bitume,
peccato che il sole
sia solo il ricordo
di un tempo passato
peccato
E l’inutile vita
segue il funerale
di un bimbo nato
e mai concepito.
Di un bimbo
concepito e mai nato.
Che differenza fa.
Senza padre l’uno
senza madre l’altro,
senza speranze noi
Noi,
angeli caduti
giochiamo,
col bene e col male
dimenticando il giusto.
Per questo
noi
angeli caduti
molecole
di un unico Satana.
Come lumache,
che lente strisciano
misurando i metri
di un tempo senza misure.
Come avvoltoi
che cercano,
con occhi di serpe,
fra pietre di vento le prede.
Come instancabili tarli
che crogiolandosi rodono
incorporei ceppi,
il pensiero dei vivi
si perde
nel ricordo dei morti.
E le lumache strisciano
sui visceri contorti,
e gli avvoltoi calano
sui miseri resti,
e i tarli rodono
i biancheggianti teschi
dei miei pensieri.
Infine, col silenzio
giunse la comprensione.
Troppo tardi capimmo,
guerre
orfani e morti,
frontiere,ideali e religioni.
Di quanta stupida
e superba ignoranza
facemmo sfoggio.
Quanti sforzi,
per ottenere il nulla.
Ora
quanta tristezza.
A tutti quelli che…
di ideali intrisi
al loro esistere negano
le gioie ed i sorrisi,
vada il mio augurio.
A tutti quelli che…
seguaci di un partito
pensano di essere i soli
ad avere capito,
vada il mio augurio.
A tutti quelli che…
in abiti talari
a un dio sacrificano
la vita ed i loro cari,
vada il mio augurio.
A tutti quelli che…
in nome dell’amore,
altre genti soffocarono
nell’odio e nel dolore,
vada il mio augurio.
A tutti a loro ed ad altri
vada il mio augurio adorno,
affinché possano capire,
nel loro ultimo giorno,
quando saranno vicini
alla tanto odiata morte
di aver sempre alla vita
chiuso tutte le porte,
di avere vegetato
dentro a una stanza oscura
avendo per compagni
l’orgoglio e la paura
e allora sbarrando gli occhi
nell’atto di stupirsi.
resterà loro il tempo
solo per maledirsi.
Un ribollire di pensieri,
confusi
un anima,
che richiama alla mente
luoghi e volti lontani.
Dov’è il mio Dio?
A quale spiaggia
approderemo mai?
Cavaliere errante
su metallici cavalli
sempre percorro
innumerevoli strade
che portano
a nessun luogo.
E tu!
Tu,
perfida morte.
Tu,
che in paziente attesa
aspetti,
del mio pensiero
conosci la strada
e dove essa conduce,
dove?
Rispondi!
Ma
troppo tardiva
giungerà la tua risposta,
impossibile allora
correggere
l’errato passo.
La morte
non è orribile,
non è un teschio,
non reca
la falce nella mano.
La morte non è triste
è solo amara.
Ha la falsa risata di chi
non è felice.
Guardatela!
Guardatela bene,
ha il viso,
buffo e grottesco,
di un pagliaccio da circo.
La morte
non è un dramma,
ma la ridicola fine
di un’inutile farsa.