Il sole e la luna
descrivono archi nel cielo
buio e luce
luce e buio,
brulicanti stelle,
ancorate alla volta del cielo
silenti
come parole mai dette
agitano i nostri pensieri.
Noi
caduti in terra,
noi,
calpestati dagli dei
che cosa ne sarà
di noi.
Da serrate labbra
non cadono più parole,
il silenzio incombe
e come duro macigno
opprime
una mente confusa,
dove, desideri e sogni
sovrastando la realtà
la volontà relegano
in remoti affranti.
Noi
piegati dalla vita
plagiati dalla strada
non combattiamo più
per noi.
Occhi fissi
persi su orizzonti finiti,
fra intersecarsi di mura
che limitano lo sguardo
a poche inutili cose
cerchiamo le risposte
a domande
che come palle da biliardo
rimbalzano fra quattro pareti
in assurde
geometrie impossibili.
Noi,
sonnambuli nei giorni,
noi
vaghiamo nelle notti
scordandoci di vivere,
noi.
C’ è sempre qualcosa
che ci ricorda qualcosa.
C’è sempre qualcuno
che ci ricorda qualcuno.
Un giro di vite
poi, un giro di vite
lo spazio riduce,
il tempo comprime,
ogni giro ripete
il medesimo corso,
vicina,
sempre più vicina
è l’ultima spirale.
Noi,
nati sconfitti,
noi
ci facciamo guidare
da chi deciderà
per noi.
Lunghe, le ombre
degli anni trascorsi
oscurano la strada.
Sparsi, come foglie d’autunno,
mulinellando al vento
aleggiano i ricordi.
Pungenti, i ricci dei rimorsi
feriscono le mani
al raccoglitore di castagne.
Solo dolori,
nelle nostre membra,
cordoglio nella nostra anima,
per una morte inutile
per una più
inutile vita.
Noi,
inutili, futili eroi
caduti in una guerra
di cui
non importava nulla
a noi.
refusi