Contrasti
Alba
Nei primi
lividi raggi
di un sole
nato prematuro,
racchiusi agonizzanti
gli ultimi
brandelli di sogno.
Tramonto
In un cielo
rosso dell’ira
di un sole morente,
gli ultimi
fugaci resti
di speranze vane
e embrioni
di nuovi sogni.
Spazi
vuoti dimenticati,
spazi
null’altro che spazi silenti.
Spazi
dove le parole rotolano
rincorrendo
tracce di antiche presenze,
bramando uno sguardo assente.
Cuore che batti
con palpiti lesti e veloci
mantieni una vita
che ormai solo
appare,
ma il sangue che pompi
è freddo
non ha più calore,
è come benzina
in un auto
rimasta senza motore.
Ora basta,
ti prego.
Non battere più.
Ogni spinta un dolore.
Ma sono io
seduto al volante
ora allungo una mano
esitante
e stanco
do un giro di chiave.
(Alcune poesie anche se scritte in prima persona solo solo un tentativo
di immedesimazione in situazioni altrui è cercare di capire come si
possano sentire queste persone in determinate condizioni)
Io sono
nel luogo
dove ogni storia,
ogni amore,
ogni sorriso,
ogni lacrima,
nasce e si perde
in una continua eco
ripetuta.
Dove passato
e presente
evocano,
un futuro
mai diverso
Persi
nell’allegoria dei nostri gesti
carichi di orpelli inutili,
quante cose stupide facciamo
per impegnare quel tempo
che ci conduce alla morte
e che noi chiamiamo
vita
Costruimmo castelli e fortezze,
rinchiudendo fra mura le nostre città,
per proteggere le nostre ricchezze,
ignorammo l’altrui povertà.
Fummo santi, pittori, poeti,
fummo sommi cultori di boria,
ci atteggiammo superbi ad esteti,
ma sbagliammo, lo dice la storia.
Detto in francese
sembrano meno
🙁
(non c’è mai stato un paradiso terrestre)
C’era solo del vuoto
dentro al nulla caotico
poi qualcuno volò
sopra al nido del cuculo
vi depose due uova
di un colore cianotico
che restaron sospese
sopra lo spazio cosmico
colorando quelll’aria
del colore più livido.
Poi passaron dei giorni
e le uova si schiusero
bianche braccia con forza
i frammenti forzarono
ma eran senza le ali
fu per questo che caddero
ancorati a quel suolo
come vermi ora strisciano.
La senti dentro, gemere
nelle ossa e nell’anima.
Implora il riposo.
L’ultimo sonno, la fuga
dalle parole, dai rumori,
dalle promesse mai mantenute,
dai sogni mai realizzati,
dalle illusioni. Stanchezza.
Spalle piegate dall’uso e dall’abitudine,
mani raggrinzite dal tempo.
Non contano gli anni,
è solo la fatica che pesa,
il sapere di aver combattuto
in silenzio da solo e…
di avere perso. Stanchezza.
Datemi il riposo