parole e immagini

Il primo ospite dell’anno

 

Si annuncia da solo, poco dopo le tredici, con un violento botto contro i vetri del terrazzo. Guardo prima fuori senza vedere nulla e poi mia moglie che col dito indica fuori, “La guarda là!”,  “Ma la dove?” rispondo io non riuscendo a scorgere nulla. “Nella ciotola dei fiori, – ribadisce lei – c’è caduto dentro”. Osservo bene la ciotola di anemoni e rose gialle che la sera prima capeggiava a centro tavola e che ora è posta fuori sul terrazzo per conservarsi meglio e scorgo a malapena visibili fra i fiori, alcune penne che sporgono verso l’esterno. Apro la portafinestra ed esco, scosto i fiori e scorgo un minuscolo batuffolino di pelo, marroncino e giallo capottato sul fondo della ciotola. Delicatamente lo raccolgo nel cavo di una mano e rientro in casa. Lui, il regolo, scoprirò poi dopo su internet la sua razza di appartenenza, rimale li accovacciato nel palmo della mano, intontito, gli occhi socchiusi. Lo accarezzo dolcemente con un dito, lui non si sottrae, forse ancora troppo confuso per avere paura o forse chiedendosi cosa sia quello strano albero. Piano, piano si raddrizza, si regge sulle zampette aggrappandosi al dito indice, lo accarezzo ancora un attimo, poi pensando che sia la cosa migliore da fare esco sul terrazzo e vado a collocarlo su di un ramo del limone, sembra quasi restio a salire ma poi lo fa ed io rientro in soggiorno al caldo, pensando che poi prenderà il volo. Passano diversi minuti, sono al computer e sto leggendo alcune cose quando mia moglie viene ad avvisarmi che è ancora là, non se ne è andato. Esco nuovamente, guardo sotto sul ramo del limone e lo vedo accovacciato in un angolo quasi intristito dal fatto di essere stato abbandonato lì fuori tutto solo. Avvicino il dito al ramo e senza alcuna forzatura lui ci saltella tranquillamente sopra aggrappandosi, così con l’uccellino ancorato saldamente sul dito rientro al caldo. Mi siedo sulla poltrona , rimanendo lì col dito teso ad osservare quel batuffolo di pelo che piano piano comincia a riprendere vita. Muove il capo, agita leggermente le ali, poi saltella sino al polso e da lì con brevi saltelli e svolazzi sale lungo il braccio sino alla spalla, poi finisce sulla testa, ci rimane alcuni istanti sino a spiccare un breve volo sino alla finestra. Non ci va a sbattere però questa volta, atterra prima e si posa sull’intelaiatura dei vetri guardando verso l’esterno. Credo voglia farmi capire che ora sì, ora è pronto per andare. Mi avvicino e nuovamente lui saltella sul dito che gli porgo aggrappandosi, esco sul terrazzo, sollevo la mano e lui prende il volo dirigendosi verso quel boschetto di fronte a casa, dal quale probabilmente era giunto. Sì credo che sarà un buon anno

                                                                                                                                               refusi

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http://negliocchi.fotoblog.it/archive/2009/01/01/il-primo-ospite-dell-anno5.html

Il primo ospite dell’annoultima modifica: 2009-01-01T18:55:00+01:00da
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