ovvero breve storia di una notte in bianco.
Ecco la notte. Dopo aver trascorso la giornata fra colpi di tosse indolenzimenti generali, termometro per la febbre, gocce al naso e montagne di fazzoletti tanto da far salire alle stelle il budget di vendita dei fabbricanti, arriva la notte, ed è qui che l’influenza da il suo meglio. Si agogna il letto, il corpo stanco ed indolenzito si stende cerca una posizione, e proprio in quell’attimo ecco….. ricomincia la tosse. E’ vigliacca lo fa apposta, si era assentata per qualche ora, mentre tu al televisore cercavi di prestare attenzione ma senza troppo successo a quanto veniva trasmesso e ora nel momento in cui saresti disposto a dare il saldo del tuo conto corrente, in verità poca cosa di questi tempi, per poter trascorrere una notte in un sonno riposante, ecco lei torna a farti visita e tu ti pieghi in due sotto le lenzuola abbaiando come un cane, sfinito, con le costole che vorrebbero sfondarti la cassa toracica e andare a farsi una rosticciana. E subito a farle compagnia il naso riprende a gocciolare costringendoti a una ricerca affannosa, nel buio, del pacchetto di fazzoletti che avevi approntato sul piano a lato del letto e la febbre bontà sua, raggiunge i massimi storici. Così si trascorre una notte che pare eterna, fra un colpo di tosse una soffiata di naso, fra veglia e dormiveglia. Quel dormiveglia che è tutto fuorché riposante, si perché è un dormiveglia da incubo considerato che alla tua mente appannata appaiono le cose che non sei riuscito a fare o che hai fatto nell’arco della giornata. E così’ ti ritrovi ad archiviare file di filmati o foto da un inesistente inesauribile cartella in altre ipotetiche cartelline in un via vai di immagini sempre più affannato e confuso per poi renderti conto che le cartelline stanno là nel computer e non lì nel tuo cervello e poni fine anche al dormiveglia considerando che la veglia, la lunga attesa insonne dell’alba, sia comunque miglior cosa