parole e immagini

Settimana bianca – Incontri ravvicinati di un certo tipo

parte prima

(San Cassiano, sullo sfondo le Odle)
Chi come me ama la montagna e lo sci potrà capire quanta importanza possa avere la settimana bianca. Se poi la precedente, si mi riferisco a quella effettuata la stagione prima è stata eccezionale, già al rientro ci si pone immediatamente ad organizzare quella per l’anno successivo, se è stata mediocre a causa del tempo, ci si pensa comunque in un’ossessiva speranza di rivalsa ed è con questo spirito che ci si approssima alla nuova partenza, sempre più impazienti tanto più la fatidica data si avvicina. Finalmente il giorno è arrivato, non è stato necessario il suono della sveglia a scaraventarci fuori dal letto, già da tempo si osservava sott’occhi, nel dormiveglia fra le fessure delle tapparelle, lo schiarire del cielo, come bimbi in attesa dei doni la notte di Natale. Tutto è già predisposto, scarponi e sci caricati in macchina dal giorno prima, le valigie pronte accanto alla porta d’ingresso, gli abiti da indossare disposti accuratamente sulle sedie del soggiorno, ci si alterna velocemente in bagno e poi via si parte, si parte per quell’avventura ripetuta ad ogni inverno da anni, ma sempre nuova, sempre con la medesima carica di entusiasmo, si va a sciare. Si è scelto la domenica per partire, le autostrade sono trafficate, ma l’assenza del traffico pesante le rende più scorrevoli e la voglia di schiacciare sull’acceleratore è forte e solo il rischio di una salata contravvenzione mi trattengono dal superare quel fatidico limite. La montagna è là, con le sue piste innevate, con i suoi rifugi accoglienti, con i suoi panorami da favola, è la e ci aspetta, non dobbiamo farla aspettare. L’autostrada sembra non finire mai, ma è solo una sensazione dettata dalla nostra ansia, del nostro desiderio di giungere in quel luogo, ed ecco che puntualmente dopo alcune ore appare il cartello che indica il casello di uscita, abbandoniamo la noia dell’autostrada e ci addentriamo lungo le strade che percorrono le valli, attorno a noi le montagne si alzano a limitare il nostro sguardo tra il verde cupo dei pini ed il bianco delle nevi e su in alto il blu di un cielo terso, siamo quasi arrivati, ancora pochi chilometri e saremo a destinazione. Il cartello che indica Val Badia compare improvvisamente alla nostra destra, rallentiamo; fra pochi metri attraverseremo il ponte che scavalca il Rio Pusteria e ci inoltreremo per la valle, una serie di gallerie  accompagneranno  il nostro cammino su, sino al bivio che segnala la deviazione per San Vigilio.  Noi proseguiamo ancora su verso Picolin, dove ci fermiamo per prendere un caffè e per fare gli ski pass settimanali alla nuova stazione della cabinovia che collega la Val Badia con San Vigilio e con il comprensorio sciistico di Plan de Corones. La signorina che ci attende allo sportello è bionda e sorridente, alla mia richiesta dei due settimanali di cui uno senior (scontato), scuote il capo e scoppia in una risata, “Sempre voglia di scherzare voi” cantilena nel particolare italiano del luogo ed è solo a fatica e con l’ausilio della carta d’identità che riesco a convincerla che, anche se per una questione di mesi, non stavo affatto scherzando. Controlla, mi guarda, sorride ancora e mi chiede scusa, ma di che, forse non si rende conto di avermi fatto un complimento, o forse sono io che non mi rendo conto di come faccia solo parte del gioco. Torniamo in auto e ripartiamo, la strada si snoda in curve a tornanti e ci porta su, ecco il cartello che indica “ Alta Val Badia  – Begn Udus “ benvenuti,  superiamo La Valle, Pedraces e poco dopo iniziamo a scorgere i primi impianti di risalita, sono da poco passate le due, la gente affolla ancora le piste e la vediamo scendere verso le seggiovie. La voglia di bloccare la macchina, parcheggiare, indossare le tute, calzare gli scarponi ed infilare gli sci ai piedi è tanta, ma ci tratteniamo, abbiamo tutta le settimana davanti, domani diciamo, domani anche noi saremo lì. Così alle tre del pomeriggio giungiamo a La Villa, nostra destinazione, più avanti sulla destra la strada prosegue per Corvara, Colfosco e poi ancora su verso il passo Gardena che la collega con l’omonima valle. Mentre a sinistra la strada sale verso San Cassiano per inoltrarsi poi oltre il Passo di Valparola e il Falzarego sin giù verso Cortina. E’ presto per andare subito nell’appartamento pertanto decidiamo di andare a bere qualche cosa più avanti, dopo San Cassiano e di fermarci in quella piccola baita a lato delle piste da fondo sotto l’Armentarola, dove d’estate abitualmente facciamo tappa a bere un caffè prima di addentrarci nei boschi alla ricerca dei funghi e poi più tardi al rientro, distrutti dalla fatica, per riposarci davanti ad un piatto fumante di polenta formaggio e funghi o spezzatino di capriolo. Entriamo, il rifugio è affollatissimo, come le piste del resto, la neve è tanta e bella e la voglia di addentrarsi nei boschi sopra a degli sci da fondo o a delle racchette da neve in una giornata di sole coinvolge molta gente. La signora ci vede e ci riconosce. Ci viene incontro e ci saluta calorosamente, chiede come mai da quelle parti, conosce la nostra predilezione per lo sci alpino e lì nei pressi non ci sono impianti di risalita, solo per un saluto e bere qualche cosa rispondiamo. Si libera un tavolo e ci accomodiamo, una birra ed un the, poi dopo una mezz’ora, salutiamo la signora, ci diamo appuntamento per la prossima estate e risaliti in macchina ci dirigiamo verso il residence dove da alcuni anni affittiamo, sia l’estate che l’inverno, l’appartamento. La signora che lo gestisce ci accoglie calorosamente come sempre e  ci accompagna per sincerarsi che l’appartamento assegnatoci sia in ordine e di nostro gradimento. Sono passate le quattro ormai e siamo stanchi, pertanto scaricati i bagagli e fatta una doccia veloce ci buttiamo sul letto un paio d’ore per riposarci prima di uscire la sera a cena. Sono le sette quando ci alziamo, decidiamo per una pizza veloce e scendiamo alla pizzeria che dista solo pochi passi dall’albergo. Fanno una pizza favolosa, non so da cosa dipenda,  dall’acqua o forse dai prodotti, ma non ha nulla da invidiare a quella che fanno a Napoli ed è sicuramente di gran lunga superiore a quella che ultimamente si mangia dalle nostre parti. La pizzeria è affollata, ma riusciamo comunque a trovare un tavolo. Ordiniamo e per ingannare l’attesa ci facciamo portare delle bruschette, ci ricordiamo al momento dell’assaggio che anche da queste parti l’aglio viene utilizzato in modo robusto. La birra grande alla spina è finita prima che giunga la pizza, ne ordino un’altra, la mia intendo in quanto mia moglie si disseta semplicemente con dell’acqua minerale e con la seconda birra arriva anche la pizza, ottima come sempre. Rientriamo nell’appartamento che sono quasi le dieci, un rapido sguardo alla tv, come al solito nulla di interessante, decidiamo quindi di coricarci. Non so per quale ragione ma in montagna il sonno mi coglie sempre molto prima, credo sia dovuto in parte alla stanchezza ed in parte all’inconscio desiderio che giunga subito il mattino per essere là, pronto con gli sci sulle piste, e si sa che dormendo il tempo passa più in fretta. Si va a dormire, domani si comincia.
                                                                                           refusi
Settimana bianca – Incontri ravvicinati di un certo tipoultima modifica: 2008-02-01T10:10:00+01:00da
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