Spiccioli
V.I.P.
Aveva tutto
ma non gli bastava nulla.
N.I.P.
Non aveva nulla
ma doveva farselo bastare.
V.I.P.
Aveva tutto
ma non gli bastava nulla.
N.I.P.
Non aveva nulla
ma doveva farselo bastare.
Verde era il prato
disseminato di fiori
ed io fra i tanti
lì stavo
sognando ogni giorno
di rugiada una goccia
e del sole un raggio
che portasse il calore.
Poi improvvisa una mano
si china e mi coglie
lo strappo, il dolore,
poi, mi porta alle labbra
mi annusa mi sfiora,
con grande dolcezza
mi parla d’amore.
La gioia è improvvisa
(scordato ormai il gesto
lo strappo violento,
scordata la pioggia
scordato anche il sole)
è solo la gioia che sgorga
nel cuore
perché sono l’unico,
suo vero fiore.
Istanti inebrianti
sussulti di gioia
carezze sospiri,
parole eccitanti,
le labbra salate,
pensieri esaltati e
sguardi sognanti.
Poi quel gesto improvviso
lo sguardo distratto,
la mano sudata si muove
e di scatto
io vengo scagliato
lontano,
e in quell’atto,
c’è tutta la noia
di un gioco finito
un moto di stizza
per un fiore appassito
inutili le urla,
ancor più inutili i pianti
non ti volgerai
neppur pochi istanti
io… ero solo un fiore,
un fiore fra i tanti.
Non so se devo accendere le candeline o un candelotto di dinamite.
Se amando
amai
amanti
mai amate
amai?
Gridare,
gridare al mondo
l’amaro sapore di vita.
Piangere,
nascosto alla vergogna.
Fremere,
nell’ansia di un poi
che non viene,
non verrà.
Visceri dilaniati
nell’attesa
di ciò che sarà,
di ciò che è
ma non appare.
Un mistero
insito in noi
da sempre,
reale
ma impalpabile.
Fra le mani
non afferrato,
sfugge.
La guerra è nel destino dell’uomo, perché è nella sua testa. Come lo sono il potere, la sopraffazione, l’egoismo, l’antagonismo, il protagonismo, il desiderio, il possesso, la stupidità e la morte
…sì, qualche volta.