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Apr 12, 2024 - cantilene    Commenti disabilitati su Via della povertà

Via della povertà

(chiedendo scusa a Bob Dylan e a Faber)

R

 

 

Dio è furioso e fuma innervosito

osservando dall’alto questa terra

si chiede se anche lui abbia sbagliato

nell’insegnare all’uomo a far la guerra.

Lo aveva preso come un diversivo

come la peste ed altre cose ancora

per rompere la noia dell’eterno

ma forse era stato un po’ impulsivo

e ora tutto sta andando alla malora

trasformando il paradiso in un inferno.

Ormai c’è gente che proprio nel suo nome

commette le peggiori atrocità

rivendicando a colpi di cannone

una ormai dimenticata identità.

Islamici ebrei e anche cristiani

dimentichi che Dio è sempre uno solo

si dilettano in personali interpretazioni

colorando di sangue tutto il suolo.

Così a pagare son sempre gli innocenti

che si ritrovano fra le varie fazioni

che siano coi vinti o coi perdenti

partecipano con morti e con mutilazioni.

E Gesù cristo affacciato al balcone

osservando questa nostra civiltà

scuote la testa con disapprovazione

raccoglie la sua croce e se ne va

recriminando di aver perso l’occasione

di aver posto fine a tutto quanto tempo fa,

lasciando abbandonata sul balcone

oramai in frammenti, la sua dignità.

Allontanandosi con disaffezione

da via della povertà.

Mar 22, 2021 - cantilene, poesie    Commenti disabilitati su Code di paglia

Code di paglia

oioi

 

 

Certo che

basta poco,

facile

come un gioco,

bastano due parole

e subito prendono fuoco.

S’accendono facilmente

sono come la sterpaglia

e bruciano velocemente

quelle, code di paglia.

Set 22, 2020 - cantilene, poesie    Commenti disabilitati su Ci sono – Filastrocca confusa

Ci sono – Filastrocca confusa

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Ci sono? Non so!

Più sì che no.

Mi alzo, mi vesto

poi mi guardo attorno,

così come sempre

come accade ogni giorno.

Guardare se fuori

è sereno o se piove

sognando ogni volta

di far cose nuove.

Ma per quanto mi sforzi

aguzzando le orecchie

come sempre finisco

per far cose vecchie.

Poi oggi mi tocca

pure di votare

che faccio ci vado

o vado al mare?

Ma il mare è lontano,

il seggio vicino

e il tempo quest’oggi

è proprio meschino

così mi decido

e poi m’incammino.

Apro la scheda

osservo una voce

e molto indeciso

vi pongo una croce,

col dubbio cosciente

di avere sbagliato,

qualunque sia il segno

ch’io abbia crociato.

Poi questa sera

alla televisione,

migliaia di facce

che non hanno nome,

faranno i commenti

su quello che è stato

una fiera di numeri

senza significato.

E come ogni volta

fra spirali di fumo

avranno vinto tutti.

Non perde nessuno.

E anche questa volta

ho sprecato il mio tempo

ponendo la croce

su folate di vento,

lontano che mormora

paziente a aspettare

c’è ancor l’azzurro

di quel caldo mare.

Ma, ci sono è così?

Più no che sì.

Giu 29, 2020 - cantilene, poesie    Commenti disabilitati su Cantilena infantile, o quasi

Cantilena infantile, o quasi

Budapest - Scarpe della Memoria-51-3

 

 

Questa

è la storia

di una scalpa bucata, lasciata

così

sola e abbandonata accanto

a un letto

disfatto

in un campo distratto, sulla

riva di un fiume.

E il fiume

che andava

la vide e gli chiese:

Che resti qui a fare?

Nessuno

di certo, ti verrà più

a cercare.

Dai, vieni

io seguo la strada che va

verso il mare,

laggiù potrai stare sulla spiaggia

dorata

a prendere il sole

e quando vorrai ti potrai bagnare

nelle docili onde dell’acqua

del mare”

La scarpa si mosse e

si fece portare.

Apr 29, 2020 - cantilene, esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su Filastrocca dimenticata

Filastrocca dimenticata

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Ambarabà,
ciccì,
bamba,
coccò.
Le scimmie.
Tre, e il comò.
La figlia e il dottore,
l’amore.
No.
Che facevano le scimmie?
Non so.
Ma erano tre?
Si mi sembra. Perché?
No, non erano scimmie.
E il dottore
Faceva?
Faceva l’amore.
Con la figlia?
Sul comò.
Che strana famiglia.
In verità
non ricordo
com’era
che c’era
chi c’era.
Ma il comò,
quello c’era.
Sì, c’era,
ma
era storia non vera.
Ma allora
che c’era?
La mia gioventù.
Ah, ma allora…
almeno quella era vera.
Sì, si, ma
era.

 

Ambarabà ciccì coccò  (Testo della filastrocca)

Ambarabà ciccì coccò
Tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore.
Il dottore si ammalò
ambadabà ciccì coccò.

Non vi nascondo come all’epoca questa filastrocca
abbia potuto confondere le mie poche nozioni sullo
argomento.

Mi chiedevo come fosse possibile che tre civette
potessero fare l’amore con la figlia del dottore e per
di più sopra ad un comò, di uno scomodo. Il fatto
aveva così colpito la mia fantasia giovanile tanto
da portarmi a formulare delle ipotesi.

I) Si trattava di tre civette maschio superdotate.

>>>>>> <<<<<<

II) Per questioni di pudore la signorina in causa
aveva indicato come civette quelli che a
all’epoca erano comunemente e genericamente
definiti “uccelli”
>>>>>> <<<<<<

III) Il narratore degli accadimenti si era fatto una
canna, rara per quei tempi, o più semplicemente
un bottiglione di barbera.
>>>>>> <<<<<<

IV) Antonio, Guido e Marco Civetta, si stavano
divertendo

 

 

 

 

Ago 28, 2018 - cantilene, poesie    Commenti disabilitati su Cantilena posdatata (dopo una veloce visita in ospedale)

Cantilena posdatata (dopo una veloce visita in ospedale)

Tempo

 

 

E sì,

ormai gli anni sono tanti,

e anche se il fisico

bene o male regge ancora,

la mia paura

e che il cervello

possa andare alla malora.

Se voi la sopra

mi stare a sentire

vi prego, un favore,

non lasciatemi rincoglionire

ma

fatemi morire, fatemi morire,

prima.

Ott 8, 2016 - cantilene    Commenti disabilitati su Paesaggio animato – Cantilena

Paesaggio animato – Cantilena

 

 

 

 

ffffffffffff

 

 

Il barone in pensione

con il cane barbone

ed il cane bastardo

che è senza padrone,

un barbone sdraiato

su un giornale nel prato.

Stanno tutti dipinti

dentro al grande ritratto

dell’angolo di mondo

di un pittore distratto.

Dic 27, 2015 - cantilene, poesie    1 Comment

Presenze e assenze

presenza-assenza

 

 

Ci sono e non ci sono

cazzeggio e guardo in giro

potrei sparare basso

oppure alzare il tiro,

tanto non cambia nulla

con l’aria che oggi tira

sarebbe assai improbabile

poter sbagliar di mira.

Fra geni autogestiti

nel nome del successo,

cervelli alquanto labili

dispersi dentro a un cesso,

in rumori di sciacquoni

si soffocano le voci

ignorando che li accanto

s’innalzano nuove croci.

Cosa volevo dire?

Forse l’ho già scordato

tutto teso a rincorrere

le storie del passato,

perché a quanto pare

sarà davvero duro

sperar di raccontare

le storie di un futuro.

A queste quattro righe

ora pongo un confine

poco discosto scorgo

soltanto il vuoto, fine.

ref

 

 

 

 

Nov 7, 2013 - cantilene    Commenti disabilitati su Rime in c…..osa

Rime in c…..osa

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Cosa, una cosa

qualcosa

cose a iosa

una corre, una riposa

Una cosa,

una verde e spinosa

che sia forse una rosa?

Ed un altra noiosa

forse era una sposa

sull’altare, un po’ ansiosa.

Una cosa

bianca e cotonosa

come schiuma da barba spumosa.

O trasparente e festosa

come acqua che scende gioiosa

da torrenti di pietra corrosa.

Una cosa

ridondante e chiassosa

come folla al mercato, curiosa.

O silente e lacrimosa

come madre ferita e luttuosa.

Una cosa,

vessata, sgualcita e dolorosa

una vita sprecata a cercare qualcosa.

 

                                                          refusi

 

 

 

 

Feb 8, 2012 - cantilene    1 Comment

Necrologio per una fine improvvisa

 

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Ei fu,

siccome immobile

spento ormai ogni ronzio

è là posizionato

ai lati del leggio.

Lo guardo stanco e attonito

col desiderio insano

di stritolarlo tutto

nel palmo della mano.

Giace, così

ormai inutile

argentea scatoletta

presa da un male futite

che me l’ha resa inetta.

A nulla serve piangere,

urlare od inprecare

tutto finì a puttane.

e tutto è da rifare.

Dati, file e filmati

costati tanto tempo

svaniscono così,

come del fumo al vento.

Persi in un solo istante

circa trecento giga

mi si data licenza

di dir che è proprio sfiga.

 

                                                                            ref