Via della povertà
(chiedendo scusa a Bob Dylan e a Faber)
Dio è furioso e fuma innervosito
osservando dall’alto questa terra
si chiede se anche lui abbia sbagliato
nell’insegnare all’uomo a far la guerra.
Lo aveva preso come un diversivo
come la peste ed altre cose ancora
per rompere la noia dell’eterno
ma forse era stato un po’ impulsivo
e ora tutto sta andando alla malora
trasformando il paradiso in un inferno.
Ormai c’è gente che proprio nel suo nome
commette le peggiori atrocità
rivendicando a colpi di cannone
una ormai dimenticata identità.
Islamici ebrei e anche cristiani
dimentichi che Dio è sempre uno solo
si dilettano in personali interpretazioni
colorando di sangue tutto il suolo.
Così a pagare son sempre gli innocenti
che si ritrovano fra le varie fazioni
che siano coi vinti o coi perdenti
partecipano con morti e con mutilazioni.
E Gesù cristo affacciato al balcone
osservando questa nostra civiltà
scuote la testa con disapprovazione
raccoglie la sua croce e se ne va
recriminando di aver perso l’occasione
di aver posto fine a tutto quanto tempo fa,
lasciando abbandonata sul balcone
oramai in frammenti, la sua dignità.
Allontanandosi con disaffezione
da via della povertà.