Don Chisciotte
(chiedendo scusa a Cervantes)
Mie dame ora io giungo da lontano
più che dai luoghi ormai dal tempo
e raccontar cosa sussurri il vento
ormai mi par inutil se non vano.
Cavalier io fui nei tempi andati
ed in sella a nobili destrieri
in tempi che a me paion solo ieri
combattei a fianco dei soldati
per nobil cause e non per vil denaro
il volto sereno ed il mio sguardo fiero
l’elmo lucente al di sotto del cimiero
rinunciai a ciò che avevo di più caro.
Ma il destin con me fu assai crudele
confuso da nemici e burattini
scambiai per giganti dei mulini
ignorando il servo mio fedele
che suggeriva di evitar lo scontro
lanciai il cavallo giù per quella piana
volando poi per l’aire e sulla schiena
finii per terra con l’ossa rotte dentro.
Mia Dulcinea perdona questo fesso
che volea far l’eroe e cambiare il mondo
render quadrato ciò che da sempre è tondo
fu’ sol superbia e me ne accorgo adesso.
E a voi messeri porgo il mio saluto
a voi dame il mio sincero inchino
e poi in silenzio ed a capo chino
vado pel buio e torno ad esser muto.