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Apr 21, 2014 - poesie    Commenti disabilitati su Supponenza supposta

Supponenza supposta

20-anni-macchine-intelligenza-umana

 

(giocando con banali rime)

 

 

Pensate a un supponente che supponga

 

di avere sempre una risposta pronta

 

e nel bene o nel male le sua fede riponga

 

nel fatto d’esser sostenuto dalla fronda.

 

Così si pasce nella supposizione,

 

avendo studiato a memoria la lezione,

 

d’essere il solo ed unico campione

 

ad aver sempre la giusta soluzione.

 

Finisce poi che quella supponenza

entri nel sangue alla massima frequenza

 

obnubilando per intero la coscienza

 

e finendo per non poterne fare senza.

 

Ma si suppone poi non sia bastato

 

supporre d’essere il predestinato

 

ne tanto meno nell’aver cercato

 

aiuto dal supposto supportato.

 

 

Che a lungo andare e senza una proposta

 

causa di quella supponenza mal riposta

 

succede che sbagliando una risposta

 

questa possa tramutarsi poi in supposta.

 

 

 

 

Apr 5, 2014 - poesie    1 Comment

Ora scrivo una poesia

(Dialogo fra due quasi poeti)

«Il Sole ci dà la luce, ma la Luna ci regala l'ispirazione

 

 

 

 

 

Ora mi siedo

 

e scrivo una poesia.

 

 

La scrivi? Decidi tu!

 

Così di botto e via?

 

 

Certo che credi

 

basta uno studio attento

 

si studiano le righe

 

si cerca l’argomento,

 

e poi si infiora

 

di fronzoli e di orpelli

 

più sono strani

 

più possono parer belli.

 

 

 

Scusa se te lo dico

 

e un po’ mi duole

 

ma a fare così

 

puoi scriver solo sole.

 

 

Perché tu come fai?

 

In fede mia

 

non conosco altri modi

 

per fare una poesia.

 

 

 

Senti io credo

 

e spero non ti spiaccia

 

che una poesia si crei

 

e non si faccia.

 

Credo che nasca

 

dentro alle interiora

 

germogli, fiorisca

 

e che poi sorta fora . *

 

 

 

E’ la cosa più assurda

 

che ho mai sentito dire

 

senza uno studio un progetto

 

ma dove vuoi arrivare?

 

 

 

Chi io, arrivare?

 

Ma da nessuna parte

 

sono già in troppi

 

convinti di fare arte.

 

Io mi limito a sentire

 

i miei pensieri,

 

dentro le carni

 

dove son più veri

 

e lì ci sono tutti

 

i miei ricordi

 

di tanti amici, di quelli

 

che son morti.

 

Ci sono amore

 

tristezza ed allegria,

 

onde di gioia,

 

soffi di malinconia.

 

Io non decido mai

 

su cosa fare

 

è lei, la poesia

 

che mi viene a cercare.

 

Nasce di dentro

 

violenta all’improvviso

 

dai prendi un foglio

 

non stare li indeciso.

 

Mi urla con forza,

 

rimbomba nel cervello

 

poi cresce si gonfia

 

e sul più bello

 

comincia a suonarmi

 

il ritornello.

 

La mano mia

 

si muove sulla carta,

 

via. via, veloce

 

che mai nulla si perda.

 

Come in un sogno

 

come non fosse mia

 

sul foglio bianco

 

appare una poesia,

 

si snoda fra le righe

 

prende forma

 

senza seguire

 

una regola, una norma.

 

La musica s’acquieta

 

poi si tace,

 

la penna è immobile

 

quasi non capisce,

 

ma lì, sopra la bianca

 

pagina vergata

 

sta una poesia,

 

come una nuova nata.

 

Non credermi se vuoi,

ma c’è poco da capire

 

loro mi cantano dentro

 

ed io le sto a sentire.

 

Loro mi cantano

 

per odio o per amore

 

son loro che si scrivono

 

ed io, sono il vettore.

 

 

 

 

 

* (licenza poetica :D)

 

Mar 21, 2014 - poesie    Commenti disabilitati su Post creazione ( esperimento)

Post creazione ( esperimento)

bosco

 

 

 

L’uomo si sovrappone all’animale dimenticando le origini

(giocando con atomi e molecole distorce il futuro)

Frutti di pesca bacati e vermi sin dentro al nocciolo

(l’immagine dell’uomo si sgretola nel ricordo)

Filari di pioppi disposti ai limitare dei campi

(cercano un ordine costituito affermando il caos)

Bianca sullo sfondo nero di una lavagna

l’equazione irrisolta sbeffeggia il mondo

(un dio sconosciuto traccia forme di vita nuove)

I vermi si trasformano in pupe, le pupe in farfalle

(nel volo deridono l’uomo divorato dei vermi)

I pioppi trasformati in parole si perdono nero su bianco

(filari di parole divenute inutili portano ordine nel caos)

Piccole tracce bianche sul nero della lavagna

vagheggiano una presenza sbiadita

(un dio distrugge le sue creazioni allontanandosi nell’oblio)

                                                                                                                                                        refusi

Feb 2, 2014 - poesie    Commenti disabilitati su Una vita sprecata

Una vita sprecata

avaro_grande

 

 

Una vita sprecata

 

 

L’avaro morto

davanti al suo denaro

dimostra chiaramente

il suo scontento,

non gli è riuscito

di comperare il tempo.

Gen 6, 2014 - poesie    Commenti disabilitati su Sono stanco

Sono stanco

 

stanchezza

Sono stanco,

incredibilmente stanco,

infinitamente stanco,

inevitabilmente stanco.

Anche i momenti frenetici

di euforia sono esauriti

persi in tempi lontani,

dentro a esausti pensieri

ormai coscienti dell’inutile.

Sono stanco,

cose volutamente ignorate

si accumulano

piegando le spalle,

soffocando

quell’ultimo desiderio,

l’ultimo sussulto,

e rimango immobile

a guardare.

Dic 18, 2013 - poesie    Commenti disabilitati su e mi guardo vivere

e mi guardo vivere

osservo il mare

 

 

E mi guardo vivere

 

 

Fra nebbie di pensieri scoscesi

spine nelle mani

lacerano un cuore assente.

Illusioni balenano

fra accecanti lampi e

rumorosi tuoni.

In voluttuosi amplessi

di fragranze e puzze

coperto da abiti sontuosi

o laceri cenci

attraverso il tempo

e il mondo.

Distratto ed assonnato

volgo lo sguardo al basso

e mi guardo vivere.

Ott 26, 2013 - poesie    Commenti disabilitati su Vita

Vita

00 P1030546.JPG

 

Vecchia bagascia

vestita da fatina

grande illusione

della specie umana

sembri importante

ma sei solo vana

                                           refusi

Ott 21, 2013 - esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su Questa non è la vecchia fattoria

Questa non è la vecchia fattoria

la-vecchia-fattoria_LI

 

 

 

 

 

 

 

(testo di canzone in cerca di musica)

Il bel paese lo chiamavano

era un paese di bellezza e di poesia

sicuramente non sbagliavano

ma era solo coreografia.

Era un paese senza regole

mafia, camorra, cosa nostra e così via

ma anche gli onesti ci abitavano

pertanto era anche cosa mia,

e anche se questi si illudevano

di certo non era la vecchia fattoria.

Lavoratori ed industriali si impiccavano

privati di lavoro e fantasia

uniti insieme se ne andavano

i proletari con la borghesia.

Era un paese di politici ………

che si arricchivano prima di andar via,

lasciando tutti quelli che protestavano

nelle mani della polizia.

Intanto i giudici processavano,

tutti impettiti nella loro biancheria,

soltanto quelli che contavano

per apparire in fotografia

nei notiziari che riempivano

tutti gli schermi di un immensa porcheria.

Così gli imbonitori ne approfittavano

vecchi comici balordi o così sia

urlando dentro alle piazze predicavano

senza arte ne parte un utopia,

e gli allocchi e gli scontenti gli credevano

accomunati dalla frenesia

più disperati che convinti si aggrappavano

a una speranza ma con malinconia.

Però io so di certo si sbagliavano

ingannati dalla dietrologia

e non volendo il paese indirizzavano

decisamente su una brutta via.

Furono in molti allora che decisero

decisamente che era meglio andare via

fu con certezza illuminata che capirono

quella non era la vecchia fattoria…………..

ia ia ooohhhhhhhh

 

 

Ott 1, 2013 - genesi e nemesi, poesie    Commenti disabilitati su Pensieri

Pensieri

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Come lumache,

che lente strisciano

misurando i metri

di un tempo senza misure.

Come avvoltoi

che cercano,

con occhi di serpe,

fra pietre di vento le prede.

Come instancabili tarli

che crogiolandosi rodono

incorporei ceppi,

il pensiero dei vivi

si perde

nel ricordo dei morti.

E le lumache strisciano

sui visceri contorti,

e gli avvoltoi calano

sui miseri resti,

e i tarli rodono

i biancheggianti teschi

dei miei pensieri.

Set 3, 2013 - esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su Seconda mano

Seconda mano

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La prima parola d’amore
timidamente sussurrata
al lobo
di un compiacente orecchio.
La prima velata menzogna,
voluta,
celata nel buio delle labbra
per conquistare un amore
da altri sfitto,
dimenticato nell’abitudine
di un rapporto consunto.
Tu mendicante
raccogliendo vai
altrui resti.

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