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Giu 5, 2007 - dialoghi    Commenti disabilitati su ricordando Parigi e un po’ di Francia

ricordando Parigi e un po’ di Francia

ogni domenica mattina

attraverso le imposte aperte arrivano le note di una fisarmonica e per pochi momenti il tempo sembra fermarsi e mi riporta indietro a quei giorni trascorsi a Parigi, in un piccolo hotel di Montmartre in rue de Orderer… ai bistrot ed alle bulangerie, ai fiori ed agli artisti di strada… al bateau mouche che scivola lento sulle acque della Senna nella notte illuminata di Parigi, in una cornice senza tempo e senza spazio dove il mondo, per un istante indimenticabile, appare in tutta la sua grandiosità. Ed un sogno diventa realtà.

si faceva colazione con omelette, pane fresco imburrato e croissants… e poi gambe in spalla per cercare di vedere quante più cose possibile, scomparivamo nel dedalo della metropolitana parigina da Place de la Concorde, all’Arco di Trionfo fino alla Defense… il Quartiere Latino di Saint Germain… Il Louvre con la Venere di Milo e la Nike di Samotracia… i Gargoil di Notre Dame nell’Ile de la Citè… la Tour Eiffel… E poi le notti romantiche e scintillanti della Ville Lumiere…

                                                                                   pallina

si bella Parigi, caotica sino all’inverosimile sino alla sera, poi tranquilla anche se sempre affollatissima, perchè Parigi la notte, si vive a piedi…………. 
                                                        ref

 sì, a piedi e poi ancora ,cercarndo di imprimere nella mente quanto di tutto, le emozioni, gli odori …. il quartiere latino dove la sera, fuori dai ristoranti grechi rompono i piatti, mentre si mangia suonano e ballano il sirtaki …. e prima di Parigi la Normandia, le spiagge, lo sbarco, piccoli cimeli racchiusi in vetrinette di vetro …. una galletta, un pettine, divise …. il cimitero americano, tante croci bianche in un paesaggio stupendo quasi a voler rendere omaggio …. il silenzio …. ieri negli Stati Uniti la giornta del ricordo in memoria dei tanti soldati americani caduti.
                                                                                                                                          lesartists

Giu 5, 2007 - dialoghi    Commenti disabilitati su il tempo…..forse cucino…..

il tempo…..forse cucino…..

(sempre più difficile quattro mani)

…. appartengo al mio tempo …. se non altro a queste ore …. appartengo alla mia testa …. note di violino che svolazzano senza comporre ordinata melodia, meglio un gatto nero con macchia bianca all’occhio destro che miagola saltellando su tasti neri e bianchi di un vecchio pianoforte …. una padella antiaderente che sta aspettando di essere riempita, noci sgusciate svogliatamente e l’ordine di una stanza minimalista …. appartengo al mio tempo ….

                                                                                                                  Lesartists

pasta saltata in padella, speck, radicchio e noci, il profumo sale nell’aria e si confonde con le note di uno svogliato violino, il gatto nero che si era confuso con i tasti del pianoforte, ora si distrae annusa laria e circospetto si avvia verfso quella nera padella che figlia del suo tempo diffonde poesia nell’aria…..

                                                                                                                   refusi

la finestra è aperta e  mentre l’ultimo raggio di sole attraversa la stanza, una brezza leggera gonfia le tende portando con se l’odore del gelsomino… il gatto ormai sazio pigramente si accoccola sul divano… ed il suono di un vecchio violino via via si allontana nella sera…

                                                                                                                   pallina

…portando con se ricordi lontani

di un tempo che è passato,ma che rimane

presente a farti compagnia….come le

dolci note di quel violino

                                                                                                                  marosa

Giu 5, 2007 - dialoghi    Commenti disabilitati su Le strade di campagna

Le strade di campagna

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a tre mani

 

strette e piene di buche, costeggiate da canneti, erba alta punteggiata di fiori selvatici e qualche albero secolare. Le terre coltivate si estendono a perdita d’occhio interrotte di tanto intanto dalle macchie di colore dei frutteti e di vecchi casolari. Ed il cielo libero dalla gabbia della città sembra davvero infinito.

                                                                                                                 pallina

le strade di campagna sono uguali ovunque, quante volte le ho percorse da ragazzo, costeggiando campi di grano, di mais, filari di uva, camminando su quelle strade che ti coprono le scarpe di terra quando e secco, o te le inzaccherano con le loro pozzanghere quando ha piovuto, percorrerle e come percorre i ricordi…………………..

                                                                                                           refusi

i ricordi di una vita spesi a guardare

sempre oltre quei filari…

oltre quei campi di grano… nella

convinzione che le risposte siano

sempre oltre….qual cosa….

…infinito nel suo immenso splendore,

dove le nubi si rincorrono a formare

piccole figure che sembrano ballare…

e ci trasportano lontano in infiniti

mondi dove vorremmo essere……

                                                                               marosa

e sembra che il tempo si fermi e ci porti in un’altra dimensione, dove resteremo ragazzi per sempre e niente e nessuno potrà portarci via i nostri sogni…

                                                                                     pallina

i nostri sogni rubati,

i nostri sogni cercati,

i nostri sogni violati…

ma difesi a tutti i costi,perchè

nessuno ne sara’ mai padrone

si…lo saremo,fin tanto che

saranno nascosti

in quella profondita’ oceanica

del nostro cuore,dove nessuno

potra’ mai portarceli via.

                                                             petitcoeur

 

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