Alcune volte mi chiedo
Se,
vivere
non sia altro
che
un’inutile perdita
di tempo
Se,
vivere
non sia altro
che
un’inutile perdita
di tempo
Per una volta ancora
ti dirò:
“Dai vieni”.
Per una volta ancora ,
poi…..
Non vale più la pena
di giocare,
fingere che sia
così, per gioco,
che un sogno e una poesia
non siano niente
o siano cose da poco.
Che le parole
scritte da una mano
restino impersonali,
lì, indecise
nere su bianco, ma
pure imprecise,
frasi e parole
che non han mittente.
Smettiamo di fingere,
smettiamo di mentire,
son io che scrivo
e parlo, sei tu
che stai a sentire
refusi
Noi siamo ciò che siamo
e non ciò che vogliamo far credere
di essere.
Ma non sapendo esattamente
cosa siamo
come possiamo far credere agli altri
di essere?
(settettembre 1982 a un sogno)
tratti da – poco masime meno che minime
non capisco perché alcuni si sforzino di apparire idioti quando otterrebbero il medesimo risultato con assoluta naturalezza
le nostre capacità
sono il più delle volte inversamente proporzionali alla nostra presunzione
Rebus
Se il tempo
racchiuso
in pareti senza ombra,
rallentare potesse
la sua corsa,
io, che in ansia,
sto ad aspettare
qualcosa,
forse,
risolverei il problema
refusi
Se i sogni
muoiono all’alba…
quante albe
quante morti
quanti inutili sogni
quante illusioni
Oggi sono qui per lasciare un saluto, come tutti gli anni in questo periodo parto per una decina di giorni di vacanza in quel delle dolomiti. Solitamente avrei dovuto preparare, come per le mie precedenti assenze, dei post programmati che avrebbero dovuto essere pubblicati nel corso della mia assenza. Ma vuoi un po’ per pigrizia un po’ perché distratto da altre cose, non ho preparato proprio nulla, così ho deciso di fare qualche cosa di diverso. Io sono presente anche in forum e da quelle parti ho uno strenuo ammiratore che si diverte, bontà sua, a copia e incollare nel proprio forum qualsiasi cosa io scriva, sciocchezze e non. Ora il soggetto in questione è arrivato al punto di copia e incollare, in modo spregiativo e senza rivelarne la fonte anche le poesie o apparenti tali, da me postate in blog. Ritengo pertanto che un tale comportamento debba essere assolutamente contraccambiato. Il soggetto in questione, oltre ai vari nick si fregia di questo in particolare: – balianodiibelin – facendo richiamo allo storico Baliano il maniscalco Barone di Ibelin. Questo solo per precisare che quanto da me scritto non ha alcun riferimento storico ma è solo ed espressamente dedicato il nick sopracitato.
La giostra
Squillan le trombe là, nella gran piazza
c’è folla già assiepata che starnazza,
incitando quei prodi cavalieri,
che in armature sui propri destrieri,
s’avviano fieri ad iniziar la giostra,
con l’elmo il mano, il viso bene in mostra,
sfilan davanti ai nobili e alle dame
che là sul palco in mezzo al gran bailamme
offron compite al campione il velo loro
perché gli sia d’augurio e di decoro.
Fra gli altri appar Baliano, d’aspetto altero,
elmo nel braccio e piume sul cimiero.
L’è grande si ma in senso orizzontale
che pare un capodoglio andato a male
e dondolando come un bastimento
lento si avanza verso il suo cimento,
s’appresta al suo cavallo che porello
lo guarda, sbarra gli occhi e pensa”Quello?”
Nitrisce scalpita, vorrebbe andare via
ma non c’è verso, così dev’esser, sia.
Tutto imbracato avvien così che il Baliano
posto lui sia a cavallo, con l’arganetto a mano,
che sotto il peso in vero esagerato
si piega in mezzo e scarta un po’ di lato.
Squillano le trombe, l’araldo già s’avanza
ed il Baliano s’addrizza in su la panza
è il turno suo e non si sa ben come
al cavallo a strappi e a duri calci impone
di avanzare sino al bordo della pista
lo sguardo truce, la lancia pronta in resta,
il nuovo squillo è giunto, l’è il segnale
s’abbassa il capo e giù, lungo il crinale
con il cavallo del Baliano che sta male
ma parte forte in quel gioco conteso
se non per forza sua a causa del peso.
Urla la folla come fosse impazzita
attendendo lo scontro, la disfida
ma prima ancor che giungano a contatto
ecco il cavallo che, stracarico e disfatto,
piega le gambe, stramazza e poi s’affloscia,
con il Baliano che pria si incuzza e poscia
di scatto parte via per la tangente
in mezzo alle risate della gente
che accalcata, la dietro alle transenne,
applaude e irride allo svolazzar di penne.
Poi dopo il volo, in un grido disumano
il Baliano torna ad abbattersi sul piano
in un botto così forte che le barde *
schizzan via per l’aire in ogni parte
tranciando come fossero un coltello
intere parti fra cui l’altero augello.
Non era mai successo e questa è bella
da secoli una cosa come quella
così che il popolo ridendo con trasporto
decide d’appropriasi di un ricordo
precipitandosi e facendo un gran bordello
in mezzo a quel grandissimo macello,
tutti quanti protesi alla contesa
quasi fossero al mercato a far spesa.
E fu così che passò di mano in mano
il lBelin del maniscalco di Baliano
refusi
*barde = fasce metalliche componenti l’armatura