Lug 12, 2008 - pensieri, poesie    Commenti disabilitati su Senza nulla chiedere

Senza nulla chiedere

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Senza nulla chiedere

e senza nulla dare

vivo di attimi

di differenze inutili

senza un perché

ondeggiando immobile

 

 

 

Lug 11, 2008 - pensieri    Commenti disabilitati su Essere e/o Avere

Essere e/o Avere

essere

Abbiamo tutto

tranne ciò

che dovremmo avere,

siamo tutto

tranne ciò

che dovremmo essere.

Lug 9, 2008 - ospiti    19 Comments

Categoria ospiti – Poesia con quadro

 

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Alba sul lago – comparsa , Paola

 Riconoscenza

La fune delle mie illusioni

spezzata

dalle travolgenti onde del mio dolore,

non può trarmi da questa palude.

Guardo la realtà con coraggio!

(e dove sei, coraggio?)

L’affronto a viso aperto sorridendo

per essere d’appiglio!

(dove sei, sorriso?)

passo dopo passo,

sostenendo chi dipende dalla mia forza!

(forza, dove sei?)

Padre mio,

emblema di perseveranza,

estese cicatrici a riprova

di drammatiche battaglie;

madre mia

ancora sai reggere mille nostre e tue disfatte;

le tante speranze infrante

dagli sconsiderati figli

non hanno intaccato il vostro amore!

Da questo pensiero il coraggio,

il sorriso e la forza,

da questo pensiero

la fune più forte!

                                              Comparsa, Paola

Lug 5, 2008 - poesie    12 Comments

Elenco di cose importanti

tratto da ” Siamo quelli che siamo…

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Cinque continenti,
mille nazioni,
altrettante politiche,
nove o più religioni.
Un milione di eroi
cento rivoluzioni,
gli elefanti,
le balene,
i leoni.
Diecimila martiri,
ottocento santi,
un papa,
mille vescovi,
troppi politicanti.
Sette miliardi di vivi
di morti di più ancora
con due resurrezioni
ma tutto va in malora.
Una trentenne vergine,
un pesce pederasta,
i mille capolavori
di una vendita all’asta.
Un libro di morale,
uno di economia,
ventimila protesti,
corsi di teologia.
Un cavallo da tiro,
una mucca da corsa,
il cimitero,
la borsa,
azioni, obbligazioni, cambiali,
i nuovi cannibali,
gli ultimi animali.
Cento e più metropoli,
sparse per il mondo,
un infinita vetta,
un pozzo senza fondo.
Un venditore di sesso
con i suoi acquirenti,
un pene di gesso,
un sacco di sementi.
La torre di Pisa
e la Garisenda pendenti,
le altre tutte diritte,
ma ugualmente importanti.
L’ultimo vespasiano,
i gradini della Scala,
un pollo nostrano
e un vitello,
morto di vecchiaia.
                                                             refusi
Giu 30, 2008 - esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su Rincorse

Rincorse

solitudine

 

Sempre di corsa
in cerca di un amore,
facciamo così diciamo, perché
lo suggerisce il cuore
poi ci struggiamo fra lacrime
e passione
sino a che dura il gioco,
l’illusione
sino a che il tutto
è diventato vecchio,
gocce dimenticate dentro
a un secchio
poi via di nuovo,
il nuovo amore c’attende
a braccia tese,
il cuore lo pretende.
Sino a che un giorno
di fronte ad uno specchio
ti accorgi che,
sei divettato vecchio.
Il gioco ora continua
ma il tuo volo
resta per terra, misero
tu, sei rimasto solo
ed ora contemplando
ciò che resta
scopri che colpa non fu del cuore
ma della testa.

 

 

Giu 29, 2008 - esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su Le cose che abbiamo

Le cose che abbiamo

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(Essere o avere, ovvero l’uomo in sintesi)

Abbiamo

troppe pene nel cuore

troppo sperma nel pene

troppa merda nel culo

e nel cervello

solo catene,

catene di pene

catene di sperma

catene di merda.

Giu 22, 2008 - opinioni    Commenti disabilitati su Punti di vista

Punti di vista

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L’uomo:

“Che merda la vita”

La mosca:

“Che vita la merda”

Giu 21, 2008 - poesie    13 Comments

Apocalisse secondo…………

da “futuro prossimo venturo”

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… e ancora una volta
il senno e la pazzia
si dichiarano guerra.
Il bianco, il rosso, il nero
e gli altri
han confuso i colori delle loro ragioni,
gli ideali si confondono
con le aberrazioni
a vicenda esaltandosi
in un ultimo
putrefacente abbraccio.
La vita, è appesantita e stanca,
mentre lontano, la morte,
sta partorendo un altro figlio,
il sogno e la realtà,
caduti nel frullatore elettrico
frantumati e ricomposti
non sono più reali l’uno dell’altra.
L’uomo che ha perso la voce
grida
intellegibili parole di dolore,
il figlio nato NorfaNo
piange la sua solitudine
e ride della sua libertà
maledicendo una madre qualunque.
L’ultimo cavallo da tiro
seduto a cassetta
osserva
il cane pastore rinsavito
azzannare le pecore,
incurante del pastore che lo scuoia.
La prostituta zoppa
fugge dondolando, inorridita,
dalle profferte d’amore
di un gobbo.
Lontano all’orizzonte
mentre un’inesistente astronave aliena
bombardando distrugge gli ultimi resti
di una città che esisteva,
l’ultima luna bacia
i labbri salati di un mare
che s’aprono ad accoglierla.
Calpestati terreni scoprono,
inspiegabili resti di civiltà
più antichi della più antica scimmia
e del seme che generò Adamo,
e il coscienzioso scienziato,
ancora cerca l’anello mancante.
La verde foresta nera, rossa
degli ultimi tizzoni, crepita,
mentre sullo spiedo rosola, girando,
il daino caduto preda.
L’ultimo cerchio della superba aquila,
che ha appreso la risposta,
s’infrange su scoscese rocce,
e gli elefanti si fanno il nodo al naso
per ricordarsi, ancora una volta,
di sopravvivere.
Il sangue impazzito
circola, ignorando i segnali.
Nella cella frigorifera,
un quarto di bue muggisce di protesta,
all’urto di un mezzo macellaio.
Mentre, nella la città assediata
un gatto fugge la sua fame
inseguito dalla fame degli altri,
nel tribunale il giudice,
impiccato in ultima istanza,
condanna il boia
e l’assassino apprensivo
muore d’infarto
sulla sua ultima vittima.
La vergine sessantenne pentita
si deflora con la ventosa del cesso, e
la giovane fanciulla giace, divaricata
al grido d’amore
mentre offre il suo unico fiore
al turgido pene di Dio e di Satana
alle pene del mondo e alle pene d’amore.
I quattro cavalieri dell’apocalisse
disarcionati
rincorrono i loro destrieri
urlando di aspettare
che non è tempo, non è ancora l’ora.
Mentre sordi ai richiami
i cavalli galoppano calpestando
le rovine di un mondo,
macigni di cime frananti
rotolano pesanti a valle
e l’acqua sale a monte
a coprire ogni ragione
alla ricerca di una nuova,
impossibile arca.

                                  refusi

Giu 18, 2008 - poesie    Commenti disabilitati su Pane ai cani

Pane ai cani

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Portava pane nella cesta

fragrante pane che attorno

fondeva il suo profumo

Cani randagi

l’umido naso al vento

ad annusare l’aria

che quel profumo

non dava alcun sostento.

Portava pane nella cesta,

portava pene nell’anima

che volentieri

avrebbe con trasporto

dato a quei cani

quel poco pan che aveva

in cambio di un momento

di un gesto d’amore

e di conforto.

 

 

Giu 18, 2008 - racconti brevi    10 Comments

Le copieur – (il copiatore) aneddoti da una vita

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Bello, sorridente, gentile, amabile, trascorreva la sua vita fra Parigi e il resto del mondo, lui M…. B….. titolare dell’omonimo magazzino e negozio posto in quel di rue de Clery era considerato a quei tempi, un genio nel suo settore. Nella vetrina del suo negozio facevano bella mostra di sè broccati, sete, tessuti fruscianti e variopinti, stampe sgargianti o delicate, quanto di meglio, si diceva, si potesse trovare. Dentro, una folla di dame, couturier di grido, sarti e sartine in certa di gloria alla ricerca di quel tessuto che consentisse loro di creare quel modello unico che li avrebbe consolidati nella gloria o portati a nuova fama. Lui cortese e gentile prestava attenzione agli uni e agli altri senza distinzione, racontando la storia che aveva portato alla nascita di un tal tessuto e quello che a suo parere sarebbe stato il suo giusto impiego. Ricordo una delle ultime volte che lo incontrai fu a Francoforte in occasione dell’edizione invernale della fiera tessile. Quando io ed i mie colleghi giunti in loco e recatici all’albergo, il Franckfurterhoff, ci rendemmo conto che la segretaria aveva sbagliato le date della prenotazione posticipandola di un giorno e che noi per quella notte non avevamo di che dormire. Praticamente impossibile trovare delle camere altrove nel raggio di una cinquantina di chilometri, le prenotazioni in quelle occasioni venivano fatte immediatamente al termine della manifestazione per la successiva. Solo con un gioco di prestigio, l’aiuto del direttore, che conoscevamo da anni ed una lauta mancia, riuscimmo ad avere le camere sostenendo che l’errore fosse della reception. Fu così che la sera sul tardi, rientrando in Hotel dopo la cena lo incontrammo sul marciapiede di fronte con la valigia in mano. ” Eila M…. ça va?” – “Pas de tous” rispose con aria afflitta, ” Mais qu’est qui se pass?” Chiedemmo. “J’ai n”ai pas la chambre – rispose – je sui etonnè, j’etait certaine d’avoir reservè” concluse poi con aria più stupita e rassegnata che arrabbiata. Lo lasciammo là, sul marciapiede augurandogli di riuscire a trovare una camera per la notte e ce ne andammo con la certezza di essere stati noi la causa seppur involontaria di quel disguido, indecisi se rammaricarcene o se scoppiare in una fragorosa risata. Il nostro senso di colpa venne attenuato il giorno dopo quando venimmo a sapere che aveva trovato una camera presso l’hotel dell’aeroporto. Ho sempre pensato di doverti chiedere scusa M…. ma non ho più avuto occasione di farlo, sono certo che tu dopo avermi guardato in cagnesco per un attimo ed avere sussurrato un ..”Je n’achete plus chez toi” saresti scoppiato in una fragorosa risata. Ricordo quando nella Hall dell’albergo in occasione di una precedente manifestazione ad un tizio che non ti conosceva che vedendoti attorniato da una folla che pendeva dalle tue labbra ai tuoi racconti e che ti chiese cosa facessi nella vita, guardandolo sorridendo rispondesti “Le copieur”. Si M….. tu hai passato la vita a copiare la natura nelle sue forme e nei suoi colori e così, come eri sempre solito fare, onestamente glie ne hai reso merito

                           refusi

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