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Ago 27, 2008 - poesie    12 Comments

Ode con dedica

Oggi sono qui per lasciare un saluto, come tutti gli anni in questo periodo parto per una decina di giorni di vacanza in quel delle dolomiti. Solitamente avrei dovuto preparare, come per le mie precedenti assenze, dei post programmati che avrebbero dovuto essere pubblicati nel corso della mia assenza. Ma vuoi un po’ per pigrizia un po’ perché distratto da altre cose, non ho preparato proprio nulla, così ho deciso di fare qualche cosa di diverso. Io sono presente anche in forum e da quelle parti ho uno strenuo ammiratore che si diverte, bontà sua, a copia e incollare nel proprio forum qualsiasi cosa io scriva,  sciocchezze e non. Ora il soggetto in questione è arrivato al punto di copia e incollare, in modo spregiativo e senza rivelarne la fonte anche le poesie o apparenti tali, da me postate in blog. Ritengo pertanto che un tale comportamento debba essere assolutamente contraccambiato. Il soggetto in questione, oltre ai vari nick si fregia di questo in particolare: – balianodiibelin –  facendo richiamo allo storico Baliano il maniscalco Barone di Ibelin. Questo solo per precisare che quanto da me scritto non ha alcun riferimento storico ma è solo ed espressamente dedicato il nick sopracitato.

 

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La giostra

 

Squillan le trombe là, nella gran piazza
c’è folla già assiepata che starnazza,
incitando quei prodi cavalieri,
che in armature sui propri destrieri,
s’avviano fieri ad iniziar la giostra,
con l’elmo il mano, il viso bene in mostra,
sfilan davanti ai nobili e alle dame
che là sul palco in mezzo al gran bailamme
offron compite al campione il velo loro
perché gli sia d’augurio e di decoro.
Fra gli altri appar Baliano, d’aspetto altero,
elmo nel braccio e piume sul cimiero.
L’è grande si ma in senso orizzontale
che pare un capodoglio andato a male
e dondolando come un bastimento
lento si avanza verso il suo cimento,
s’appresta al suo cavallo che porello
lo guarda, sbarra gli occhi e pensa”Quello?”
Nitrisce scalpita, vorrebbe andare via
ma non c’è verso, così dev’esser, sia.
Tutto imbracato avvien così che il Baliano
posto lui sia a cavallo, con l’arganetto a mano,
che sotto il peso in vero esagerato
si piega in mezzo e scarta un po’ di lato.
Squillano le trombe, l’araldo già s’avanza
ed il Baliano s’addrizza in su la panza
è il turno suo e non si sa ben come
al cavallo a strappi e a duri calci impone
di avanzare sino al bordo della pista
lo sguardo truce, la lancia pronta in resta,
il nuovo squillo è giunto, l’è il segnale
s’abbassa il capo e giù, lungo il crinale
con il cavallo del Baliano che sta male
ma parte forte in quel gioco conteso
se non per forza sua a causa del peso.
Urla la folla come fosse impazzita
attendendo lo scontro, la disfida
ma prima ancor che giungano a contatto
ecco il cavallo che, stracarico e disfatto,
piega le gambe, stramazza e poi s’affloscia,
con il Baliano che pria si incuzza e poscia
di scatto parte via per la tangente
in mezzo alle risate della gente
che accalcata, la dietro alle transenne,
applaude e irride allo svolazzar di penne.
Poi dopo il volo, in un grido disumano
il Baliano torna ad abbattersi sul piano
in un botto così forte che le barde *
schizzan via per l’aire in ogni parte
tranciando come fossero un coltello
intere parti fra cui l’altero augello.
Non era mai successo e questa è bella
da secoli una cosa come quella
così che il popolo ridendo con trasporto
decide d’appropriasi di un ricordo
precipitandosi e facendo un gran bordello
in mezzo a quel grandissimo macello,
tutti quanti protesi alla contesa
quasi fossero al mercato a far spesa.

E fu così che passò di mano in mano
il lBelin del maniscalco di Baliano

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*barde = fasce metalliche componenti l’armatura

 

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Ago 25, 2008 - poesie    7 Comments

Cose dentro

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Egocentrismo

Io
    ero
                  
io
io
    sono
                  
io
io
    sarò
               io
io
    sempre
               io
io
    solo
                   
io.

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Propositi

Quante cose,

vorrei fare e non faccio.

Quante cose,

dentro me,

fuori scompaiono.

Quanti pensieri,

non trovano parole

rimanendo nascosti.

Dimenticati,

si perdono.

                                              refusi

                  

Ago 13, 2008 - poesie    6 Comments

Tratta da storie di animali

(così per ridere)

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Il pollo
°°§§°°
Il povero pollastro
antipatico e bruttino,
che nel mondo voleva
salir qualche gradino,
decise di sposarsi
la figlia del tacchino.
Così, per sistemarsi,
(pensava il poverino).
Lei in verità a guardarla,
sembrava una befana,
però in compenso, il padre,
aveva tanta grana.
Al sor tacchino il pollo,
non gli garbava molto,
però da uccello saggio
paziente ed anche colto,
decise di accettarlo,
pensando proprio in quella:
“Meglio un cretino in casa,
che una figlia zitella.”
Così dopo avere preso
l’eroica decisione
sommò insieme tutti i capi
e giunse alla conclusione:
“Visto che sei spiantato
caro pollastro mio,
a sistemare tutto
ci devo pensar io”.
Gli costruì una casa
assai grande e tutta nuova
così che loro potessero
pensare poi alle uova,
delle future nozze,
fissarono la data,
ed era ormai vicina, che
sembrava cosa fatta.
Ma proprio in quei giorni
giunse in quella contrada
una gallina nuova,
allegra e spensierata.
Quando il pollo la vide
andò in corto circuito,
in men che non si dica,
sembrò rincitrullito,
Restava li a guardarla
delle giornata intere,
desiderò di amarla
nelle sua vuote sere,
Già si guardava attorno,
gli occhi da pesce lesso,
il becco spalancato
tipico del gran fesso.
Di colpo lui capì!!
Quello era l’amore,
quello che come un tarlo
gli stava rodendo il cuore.
E ormai che è quasi giunto
il giorno del connubio,
nel cranio del volatile
sorge un atroce dubbio.
Povero pollastrello,
sei messo molto male,
non sai più cosa scegliere,
l’amore o il capitale?
Di questa strana storia,
quale sarà le fine?
Curiosi si domandano
i galli e le galline.
In ogni caso amici
la sua morale è questa
che vale sia per l’uomo
come per quella bestia,
nel nostro strano mondo
nessuno guida il ballo,
però, chi nasce pollo,
non diverrà mai gallo.
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Ago 8, 2008 - esternazioni in prosa, poesie    Commenti disabilitati su … e mentre

… e mentre

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…stanco sto guardare
cazzate bulgare
dentro a uno specchio impuro
sporcato di colori
alte salgono le grida dei morti,
il pensiero non si evolve
misere parole ne misurano i confini
provato navigo, agognando un porto
là, dove il sole, si perde nel tramonto.
Moltitudini invocano un dio morto,
sottraendosi allo sguardo del mondo
avide mignatte si ingravidano
del sangue altrui
perdendosi, senza un sogno,
nella cornucopia caduta.

Ago 5, 2008 - poesie    7 Comments

Dolore

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Arsura nella gola

labbra screpolate, dolgono

nel sussurrare parole.

Un deserto di sale

nel cervello, depositato

da lacrime mai piante

riflette abbagliante

la luce del sole

accecando gli occhi.

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Lug 27, 2008 - poesie    Commenti disabilitati su E’ dono inopportuno

E’ dono inopportuno

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Rosee labbra turgide

aperte

s’offrono al potere,

che altro non conta.

Pochi malevoli gesti,

troppe parole inutili,

che il fare, per i potenti,

è inutile fatica.

Parole di dei su labbra

di uomini iracondi

predicano morti eroiche

per una nuova vita…

dove

se questa vita

per noi, già

è dono inopportuno.

Lug 27, 2008 - poesie    10 Comments

Fiabe

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Quando il sole
sorgerà di nuovo
e fugherà, il grigiore
ultimo della notte,
tutto tornerà a risplendere
la gioia sorriderà ai bambini
e la fortuna, aprirà le braccia
agli uomini, a tutti.
Questo era scritto
in un libro di fiabe.
Ma quando il sole sorge
restano sui muri ombre,
lordure umane.
Dentro a case di solide mura
tappezzate da biglietti da mille,
uomini annoiati
non san più che fare.
Donne di sontuose vesti
nude, giacciono esauste
dopo una lunga notte
di un ipocrita amore,
in lussuosi parchi
di corna familiari.
Bambini piangono
in isteriche grida
esigendo cosa nuove,
torturando
per passatempo, il cane.
Dietro esili mura
di stecche di legno
di cassette da frutta,
uomini tristi,
non han da fare.
Donne svestite
di lise vesti,
spossate e lacere
dagli incubi della notte,
offrono scarni,
penduli seni
a neonati illividiti
da una ruggente fame,
e bambini nudi
dalle occhiaie immense,
guardano a polverose strade
affacciandosi alla vita
morti.
Il sole è sorto
e lentamente
si avvia a tramontare.
Ma nessuno ha scritto,
non si raccontano
se non sono fiabe.
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Lug 21, 2008 - poesie    12 Comments

Nel vento

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Nel vento,

la vela di un panfilo bianco

proteso a solcare le onde,

schiamazzi e risate

sul ponte

e odore di pelli abbronzate.

Nel vento,

lontano un rimbombo di spari,

di urla e di pianti,

sgomento.

Nel vento,

l’odore del pane sfornato,

del sangue versato

su terre di poco distanti.

Nel vento,

il rimpianto

per un mondo che muore

fra sprechi e dolore.

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Lug 12, 2008 - pensieri, poesie    Commenti disabilitati su Senza nulla chiedere

Senza nulla chiedere

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Senza nulla chiedere

e senza nulla dare

vivo di attimi

di differenze inutili

senza un perché

ondeggiando immobile

 

 

 

Lug 5, 2008 - poesie    12 Comments

Elenco di cose importanti

tratto da ” Siamo quelli che siamo…

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Cinque continenti,
mille nazioni,
altrettante politiche,
nove o più religioni.
Un milione di eroi
cento rivoluzioni,
gli elefanti,
le balene,
i leoni.
Diecimila martiri,
ottocento santi,
un papa,
mille vescovi,
troppi politicanti.
Sette miliardi di vivi
di morti di più ancora
con due resurrezioni
ma tutto va in malora.
Una trentenne vergine,
un pesce pederasta,
i mille capolavori
di una vendita all’asta.
Un libro di morale,
uno di economia,
ventimila protesti,
corsi di teologia.
Un cavallo da tiro,
una mucca da corsa,
il cimitero,
la borsa,
azioni, obbligazioni, cambiali,
i nuovi cannibali,
gli ultimi animali.
Cento e più metropoli,
sparse per il mondo,
un infinita vetta,
un pozzo senza fondo.
Un venditore di sesso
con i suoi acquirenti,
un pene di gesso,
un sacco di sementi.
La torre di Pisa
e la Garisenda pendenti,
le altre tutte diritte,
ma ugualmente importanti.
L’ultimo vespasiano,
i gradini della Scala,
un pollo nostrano
e un vitello,
morto di vecchiaia.
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