Commiato
Addio fratello,
ti credevo amico.
Deluso
andrò per la mia strada
senza una parola
ne un saluto,
che il mio perdono
accrescerebbe solo
il tuo rimorso.
Addio fratello,
ti credevo amico.
Deluso
andrò per la mia strada
senza una parola
ne un saluto,
che il mio perdono
accrescerebbe solo
il tuo rimorso.
Le vedi, sembrano le copie in carta carbone le une delle altre, stanno seduti entrambi sulla stessa panchina, affiancati, possono avere trenta, quaranta, cinquanta a volte anche sessantanni. Non si guardano, non si parlano, non si cagano nemmeno, eppure, sono una coppia. Stanno entrambi con lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone, capo chino, le dita in veloce movimento scorrono le pagine o digitano messaggi, silenziosi e muti come due estranei. Poi la sera sul tardi si guarderanno negli occhi ma non si scambieranno un sorriso, si parleranno, ma non saranno tenerezze, sarà un confronto, una gara, conteranno gli i like e i fall over ricevuti nel corso della giornata per le quattro stronzate scritte sui social, il perdente si sentirà avvilito, demoralizzato, prostrato e il vincitore sarà tronfio come… un cappone.
Io, non lascerò
alcun ricordo del mio passaggio.
Nulla che possa
rendermi immortale.
Niente, non opere ne atti,
che possano ricordarmi al mondo,
o al luogo in cui vissuto,
niente e nessuno porterà il mio nome
non una nota, una targa, una via,
una tomba, neppure un ombra
e come polvere
mi dissolverò nel vento.
Sarò nei ricordi di alcuni,
per qualche anno, qualche mese,
qualche giorno, qualche ora.
Ma non mi importa
la morte non consente di apprezzare.
Ma so che sarò nel suo cuore
sino che avrà vita.
E questo mi rallegra
e mi addolora.
Mastico poco l’inglese, anzi quasi per nulla, evito di usare nei limiti del possibile terminologie in questa lingua a me aliena, dico sempre fine settimana e non week end, ma di certo non posso dire topo in luogo di mouse, però dove possibile evito, però… però “If” se … questo piccolo congiuntivo in inglese mi ha sempre affascinato. If… già il suono nel pronunciarlo ha un che di magico, di misterioso, sospeso ed ineluttabile. Ma perché proprio ora e proprio if.. già perché? Perché diciamo che mi sono posto una domanda alla quale cerco da tempo di dare una risposta. Ma Dio esiste? Onestamente credo di avere risposto, o quanto meno a livello personale ho raggiunto una mia convinzione, no io non credo in dio e lo scrivo in minuscolo non per una forma di mancato rispetto ma solo perché lo considero un termine generalizzato e relativo a tutti gli dei venerati ora e in passato sulla terra, tutti, e dico tutti hanno nei confronti delle storia umana delle pecche di credibilità, alcune macroscopiche, altre abilmente celate all’interno di dogmi e di falsi storici abilmente costruiti nel corso di secoli e non verificabili. Ma comunque non posso affermare con certezza che un dio non esiste, posso solo affermare che non credo in nessun dio. O quanto meno non credo che “se”… eccolo il mio piccolo congiuntivo che viene al nocciolo delle questione, comunque dicevo che “se dio esistesse” – if god existed” (questa suona meno bene) sicuramente non riuscirei ad associarlo a nessun dio proposto dalle nostre religioni. Il Dio creatore dell’universo, dispensatore del bene e del male, il solo depositario della verità e del sapere, naaaaa, troppo scontato. Io me lo vedo come un vecchio signore incanutito, all’interno del suo laboratorio, nel centro dell’universo, avvolto in un camice bianco, (avete presente Einstein?) intento a elaborale le sue invenzioni, le sue teorie, i suoi passatempi. Che all’improvviso costruisce una trottola, tutta colorata di forma ellissoidale, con la quale ci gioca per alcuni millenni, (il suo concetto del tempo è decisamente diverso) poi annoiato la getta fuori dalla finestra senza rendersi conto che quella minuscola trottola, quell’esile ellisse è in grado di auto riprodursi, migliorarsi, evolvere… ma allora se… IF…..
E comunque “If god existed” se dio esistesse, vorrei che fosse donna.
Ora mi chiedo
se…
se veramente ti amo.
Amore,
che strana cosa,
il dubbio sempre,
la voglia di sapere,
mai la certezza.
Non c’eri
e già ti amavo
Ora tu arrivi
e il dubbio nasce.
Cercarti,
oppure…
lasciare che sia tu,
forse
a venire.
Forse non sei,
forse in te
io vedo…
e ancora
mi chiedo se…
Da bambino
smarrii il mio primo regalo,
un soldino.
Con la pena nel cuore
gli occhi gonfi di pianto
per il grande dolore,
lo cercai, lo cercai
ed esplosi in un urlo di gioia
quando lo ritrovai.
Ma poi sono cresciuto
e nella vita
molte cose importanti ho perduto,
ma non ho più cercato
ho scrollato le spalle,
me ne sono scordato,
e non ho mai più pianto,
peccato.
Bianchi fogli ingialliti dal tempo
dove esili tracce di inchiostro
hanno tracciato tortuosi sentieri.
Hanno viaggiato varcando confini
trasportando illusioni e pensieri
dentro a servili buste racchiusi
lacerate da febbrili mani
tante storie diverse che l’ieri,
sacralmente consegna al domani.
Hanno generato sorrisi e sospiri
altre volte salmastra rugiada
se ne nota una piccola traccia
osservando una macchia sfocata.
Ora giacciono, scordati nel buio
dentro ad un cigolante cassetto
allacciati da un nastro sbiadito
dentro a un mobile a lato del letto.
Poi il cassetto ritrova la luce
una mano rovista curiosa
nel silenzio improvvisa una voce
nella stanza risuona gioiosa
“Hai trovato qualcosa?”
“Niente” è la pronta risposta
rimarcando una nota delusa,
“Solo fragili, cose di carta.”
Io c’ero, ero là
quando tutto accadeva
quando tutto, privo di scopo
diventava nulla.
Nobel per la pace
rivestiti di sudari di sangue
reclamavano il pane col piombo
ponendo fine alla fame con la morte.
Cerbero,
non latrare nei miei sogni
non guardarmi negli occhi
mentre dormo,
non ho fatto niente, niente.
In campi desolati
fiori artificiali divorano
gli arti a bambini ignari
Trafficanti di carne
traghettano a nuove sponde
derelitti e profughi,
mascalzoni e assassini
innocenti e colpevoli
armi e droga senza distinzione.
Caronte
non accostare la tua barca
alle sponde dei miei sogni
non trasformarli in incubi
non ho fatto niente, niente.
Io c’ero, ero là
quando il tutto accadeva ma
non ho fatto niente,
niente.
Settantadue
le mie gambe fra le sue
le sue gambe fra le mie…
ormai sono solo fantasie.
Rimani lì!
Forse,
sarai ancora,
domani.
Oggi no,
scompari.
Oggi
sarò di nuovo
carne e sangue
desideri e voglie
e vita.
E l’amore?
Via,
lontano
oggi, no
un altra volta
forse
non ora.
Ora devo correre
non ho tempo
mi aspettano.