Alba
Sole in crescendo
rovistando
stai, tra cose
che al buio
uomini
vanno celando.
Sole in crescendo
rovistando
stai, tra cose
che al buio
uomini
vanno celando.
A volte,
a volte mi scordo
di ciò che vorrei ricordare.
Seduto
sul bordo del fiume
osservo i miei pensieri,
scivolare
sull’acqua che passa,
come barchette di carta
inzuppate
che eroiche combattono
prima di piegarsi e affondare.
A volte,
a volte ricordo
le cose che invece volevo scordare.
Storie, storie, storie,
il mondo, è pieno di storie.
Storie di gente normale
storie che nessuno
ha il tempo o la voglia
di stare a raccontare.
Storie banali stese
lungo il tempo che scorre
che si ripetono uguali
come le gocce di pioggia
delle sere invernali.
Storie di gente comune
che trascorre la vita
macinando chilometri
sopra il grigio bitume.
Perse dentro ai bar
dietro ai molti caffè,
storie senza una trama,
storie senza un perché.
Sino a che un giorno a caso
fra il fluire dei flutti
la sua storia si innalza
al di sopra di tutti,
un incidente stradale
a causa di distrazione,
un gesto disperato
senza più soluzione,
e la storia ora è lì
sopra tutti i giornali
ridondante di titoli,
di commenti ferali.
Sino a che tornerà
nel silenzio assoluto
una storia che lui
non avrebbe voluto,
una storia che
nel bene o nel male
lui avrebbe preferito
rimanesse banale.
Passato il momento
scordata la storia
i giornali ora attendono
altri giorni di…
gloria.
Nell’occhio della farfalla
la paura e il terrore
di ritornare bruco.
Ho tessuto con gioia
il mio bozzolo
avvolto paziente
filo su filo
e ho atteso.
Poi con ansia
ho forato l’involucro
ma ancora una volta
ne sono uscito
bruco.
Non il colore
di sgargianti ali,
non l’ebrezza
l’eleganza del volo
ma ancora un lento,
triste strisciare.
Perso il sogno
smarrita la speranza.
L’involucro forato,
irridente presenza,
acuisce follemente
il rimpianto.
Corri uomo,
corri
col vento al tuo fianco.
Corri uomo,
corri
e ti senti il più forte.
Corri uomo,
corri
e ti assimili al vento.
Ma poi,
un sasso, un urto, un tonfo.
Corre il vento,
corre
e si perde lontano
e tu,
resti per terra,
disteso nel fango.
Ho scritto
con foga e con rabbia.
ho scritto
con malinconia e tristezza,
ho scritto
di me, di te e di altri
ho scritto
di miserie e guerre,
ho scritto
di morti e di pianti.
Ho scritto
sempre e ovunque.
Ho scritto
su foglietti volanti,
su pagine di libri,
su note della spesa,
su tovaglioli nei ristoranti,
su strappi di carta igienica.
Poi
ho perso i foglietti
regalato i libri
gettato le note della spesa
dimenticato i tovaglioli
e destinato
gli strappi di carta igienica
al proprio uso.
Specchio,
privato di immagine
più non rifletti
amarezza.
Il cielo non è
uguale per tutti…
Il sole non tramonta
mai
nello stesso modo.
Non per la pioggia
Non per la nebbia
Non per la neve
Non per il sole
Non per la siccità
Non per l’arsura
Ma per le risa di pochi
Per il pianto di molti
Per la fame di troppi
No il cielo non è
uguale per tutti…
Un solo istante
e
entrerò nel silenzio,
perderò
cognizione del tempo,
imploderò
risolvendo lo spazio,
e
non sarò più io.
Le balene
sono grandi e son grosse
ma non sono balosse (*)
le balene,
è forse per questo
sono in via di estinzione.
Chi?
Le balene.
I leoni,
sono forti e son grandi
ma non sono più tanti
i leoni.
Nelle notti ruggiscono di rabbia
come vecchi coglioni.
Chi?
I leoni.
Gli elefanti
son stupendi giganti
ma non son più abbondanti.
gli elefanti.
Per quei grossi dentoni
gli han sparato perfino coi cannoni
a quei vecchi bestioni.
Han salvato quei pochi
necessari a soddisfare i gitanti.
Chi?
Gli elefanti.
Le iene,
sono bestie irritanti,
son schifose e ringhianti.
Le iene.
Sono brutte e rognose
e divorano carogne
le dentiere affilate
ridono come dannate
e son sempre più tante.
Chi?
Le iene.
Sono come quei tali
son superbi e brutali,
quei tali.
Per vestire, mangiare
o per puro piacere,
distruggendo stanno gli altri animali,
le balene, i leoni
e quei grossi bestioni
chiamati elefanti.
È per questo
che loro son tanti,
molti più delle iene.
Chi?
Quei tali
che si credono giganti
ma son solo dei nani.
Chi???
Gli umani.
P.S. Chiedo umilmente scusa alle iene per l’irriverente confronto.
(*) balosse = furbe. Forma dialettale