
Camminavo,
assorto nei pensieri
quando ti ho visto
là, dove eri ieri,
dove in effetti
tu sei sempre stato,
però che strano,
non ci ho mai guardato.
Mutevole d’aspetto
e di espressioni
carico di ansie,
di affanni, di emozioni.
Hai anche combattuto
per quello in cui credevi,
a volte con i buoni
a volte coi cattivi.
Pentito nei rimorsi
triste nei rimpianti
tutti confusi dentro
molti sorrisi e pianti.
Carico di ricordi
e, a volte, anche scordato
ma, io ti riconosco, tu
sei il mio passato.

Come gli ingranaggi
di un orologio
che al tempo
non danno più valore
restano fermi
che di girar son stanchi.
Così i pensieri miei
han perso ogni volere
all’ombra di un dirupo
guardano vuoti
al rotolar del mondo.

Lanciati
alle scoperte più lontane
valicammo monti,
solcammo mari
ed ora i cieli
spinti a scoprire nuovi mondi.
Ma dentro noi,
che vento spira?
Quale corrente attraversa
il nostro buio?
Quante stelle nascono,
quanti mondi muoiono
ad ogni istante?
Dentro noi
esploratori esausti
vaghiamo all’infinito
fra bui sentieri,
lampi accecanti,
pallide albe
rossi tramonti.
Fra luoghi oscuri
e grida
personaggi osceni
s’affacciano a lambire il senno
ad ogni sogno.
Pianeti e soli,
solitari scogli,
aride, deserte plaghe,
immagini intraviste
rubate al sonno
scoprono parti di noi
del nostro mondo
chiuso alla ragione
creando
impossibili dubbi.
(e chiedendo scusa ai romani)

Quanno nun sarò più
‘m’emporterà più gnente
de me, de te,
de tutta l’artra gente.
De fa della politica,
neppure de fa et tifo,
de questo monno ‘nfame,
de tutto questo schifo.
Quanno nun sarò più
questo sarà l’andazzo
ma mo’ vorrei sape’
perché sto qui e m’encazzo?

Una volta, uomo.
Ora
anacronistico essere
insoddisfatto
dall’ansia
perseguitato,
vivo
cercando il niente.
Vasi di Pandora,
velli d’oro.
Alle calende greche
forse
troverò risposta.
Novello Icaro
su metalliche ali inseguo
tracce di un sole perso.

C’è il sole nel cielo
c’è l’acqua nel mare
e ci sono io
che resto a guardare.
Poi, un sole splendente
si spegne nelle onde
e il mare nel buio
si frange su sponde
ed io che nascosto
nell’ombra che scende
resto lì, immobile
fra il vago e il cosciente
e i miei pensieri si muovono
dentro a un sogno tradito
il destino dell’uomo
è
come un fiore appassito.